Addirittura, la riforma sarebbe già in odore di ricevere una Comunicazione ufficiale da parte dell’Unione europea: per gli studenti che si affacciano sul mondo del lavoro, potrebbe essere presto realtà l’accompagnamento guidato alle prime esperienze nell’universo professionale. Un rimedio che sarebbe volto a scongiurare il prolungamento di stati di quiescenza post-studentesca, nel quale molti giovani incappano appena usciti dall’ambito scolastico.
La certezza di un’offerta di lavoro, tirocinio o apprendistato, dunque, sarebbe sicuramente una base di partenza solida, oggi impensabile per tanti ragazzi disoccupati, che rinunciano in molti casi anche a cercare lavoro, logorati da un mercato che li respinge sistematicamente, con il risultato che le capacità apprese in sede accademica o scolastica vengono abbandonate in una stasi prolungata che limita anche le peculiarità dei giovani.
Ora, però, dalle istituzioni comunitarie potrebbe arrivare il ponte tanto atteso tra scuola e lavoro: un rimedio che, comunque, richiederebbe elevati esborsi economici e organizzativi. Investimento, comunque, più che giustificato: alcuni studi dimostrano che i giovani inattivi oggi in Europa sono quasi sei milioni, il che comporterebbe un deficit del Pil europeo in circa 100 miliardi di euro. Un tesoro inutilizzato che andrebbe solo accompagnato a crescere per dare il meglio e per il quale potrebbe oggi arrivare la “Youth Guarantee”.
La soluzione caldeggiata dagli osservatori, è che tra le misure di risanamento finanziario attuate a livello continentale rientri anche questo incentivo per gli ex studenti, a fianco delle misure di stimolo alla crescita. Uno dei maggiori propulsori in termini di sviluppo economico sarebbe infatti una più diffusa occupazione giovanile, con risorse, conoscenze e capacità che vengono messe in grado di fruttare al meglio, invece che rifiutate senza troppi convenevoli dal loro stesso ambito di vita.
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