E’ stata pubblicata mercoledì 27 la versione definitiva per l’elaborazione degli studi di settore inerenti tutte le partite Iva, i professionisti, gli esercenti e via dicendo, che dovranno cercare di uniformare i propri conti agli standard di legge in base ai parametri definiti dalle istituzioni di legge e fiscali.
Ricordiamo, in proposito, come mete in evidenza l’Agenzia delle Entrate, che gli studi di settore sono
“utilizzati dal contribuente per verificare, in fase dichiarativa, il posizionamento rispetto alla congruità (il contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dallo studio, tenuto conto delle risultanze derivanti dall’applicazione degli indicatori di normalità economica) e alla coerenza (la coerenza misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore), e dall’Amministrazione finanziaria quale ausilio all’attività di controllo.”
Essi, in quanto tali, vanno applicati agli esercenti attività di impresa o lavoro autonomo che svolgono in maniera prevalente ai fini di reddito e imposta, una delle attività individuate dalle tabelle istituzionali ATECO. Sono inclusi i contribuenti sottoposti a regime forfetario – esentati dalla sezione sui dati contabili – e così coloro che risultano in cessazione di attività o liquidazione coatta.
Il software Gerico permette di verificare la posizione del contribuente in base alle specifiche incluse dalle istituzioni nei propri conteggi sui redditi.
Quest’anno, sottolineano gli esperti, il meccanismo per gli studi basati su incarichi è meno generoso rispetto all’anno scorso, in particolare per effetto delle correzioni introdotte dagli ultimi provvedimenti adottati in materia.
Nello specifico, questi correttivi andranno a introdursi per quei contribuenti che in base alle tabelle statali risultino non congrui e vanno a incidere in diminuzione del compenso puntuale, dunque in misura penalizzante per il titolare dell’attività sottoposta a verifica.
Perché la proroga. Lo scorso anno, denunciano le associazioni di rappresentanza, la diffusione di Gerico è avvenuta il 14 maggio e questo non impedì uno slittamento della presentazione del modello Unico. Dunque, quest’anno il rinvio dovrebbe essere automatico, anche se per l’ufficialità serve il decreto del presidente del Consiglio di cui, al momento, non si è vista traccia.
In proposito, segnaliamo la video conferenza in programma per venerdì 5 giugno, tenuta dal dott. Lelio Cacciapaglia circa le novità di Unico 2015.
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