GDPR e gli effetti sui siti web: come mettersi in regola ed evitare sanzioni

Redazione 26/06/19
Con l’entrata in vigore del GDPR il 25 maggio 2018, il mondo del web -e soprattutto quello del trattamento dei dati personali- ha subìto modifiche sostanziali.

Prima di andare a vedere nel dettaglio quali sono stati gli effetti del GDPR sui siti web, è doveroso fare un piccolo passo indietro per un recap veloce:

Cos’è la GDPR? E perché è stata introdotta?

Cosa è il GDPR e perché è stato introdotto

Il GDPR (General data protection regulation) è il regolamento europeo sulla protezione dei dati sensibili degli utenti.

Quali sono i dati che vengono tutelati con il GDPR?

Per “dati” si intendono tutte le informazioni riguardanti una data persona e che permettono di rintracciarla, come ad esempio il suo nome, la sua foto, il suo codice fiscale o il suo indirizzo IP.

Con l’introduzione del GDPR viene quindi regolato il trattamento dei dati personali come la loro raccolta, la loro conservazione e consultazione e come questi dati vengono utilizzati.

Violare il regolamento implica il pagamento di una sanzione, anche piuttosto salata. A seconda della gravità dell’infrazione fatta, infatti, si riceve una multa che può essere:

  • fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato, in caso ad esempio di mancanza di misure adatte a garantire la sicurezza dei dati
  • fino a 20 milioni o il 4% del turnover se ad esempio viene negato il diritto all’oblio.

Se vuoi maggiori informazioni riguardo a questo argomento, ti consiglio di leggere questa guida definitiva al GDPR.

Quali effetti ha avuto il GDPR sui siti web

Dall’introduzione della GDPR, quindi, il semplice banner che dice “Continuando a navigare accetti i cookie” non è più a norma,. Adesso è quindi diventato obbligatorio che l’utente accetti la regolamentazione consapevolmente con un click.

Quasi tutti i siti web si sono adeguati alla nuova normativa.

Secondo una ricerca del Reuters Institute for the Study of Journalism, nel settore dei media si è registrato “un calo del 22% nel numero di cookies ospitati senza il consenso degli utenti, un calo del 9% dei cookies dei social media e un calo del 7% nel numero di siti d’informazione che ospitano contenuti traccianti dei social media”.

Il problema maggiore rimane ancora sul lato della sicurezza informatica. L’Italia rimane infatti ancora uno dei Paesi che investono in modo minore sulla cybersecurity, e questo potrebbe sia mettere a serio rischio i dati raccolti degli utenti, sia far incorrere in multe salate che derivano dalla mancata osservazione del GDPR.

Infine, un’osservazione va fatta anche riguardo ai siti ospitati fuori dall’Europa. Bensì la normativa sia nata come europea, anche gli altri Paesi hanno dovuto presto adeguarsi al GDPR per poter continuare a offrire i loro servizi a circa 500 milioni di europei.

Come regolarizzare la propria posizione in ambito GDPR

Se possiedi o gestisci un sito web, per regolarizzare la tua posizione in ambito GDPR devi:

  • ottenere un consenso esplicito da parte dell’utente per raccogliere i suoi dati
  • avere una pagina di Privacy Policy, e in particolare di Cookie Policy, dove devi spiegare quali dati raccogli, in che modo e per quale motivo, chi ha accesso ai dati e per quanto tempo li conservi
  • dare la possibilità agli utenti di accedere ai propri dati, scaricarli o cancellarli dai tuoi registri
  • informare tempestivamente i tuoi utenti e il Garante della Privacy in caso di violazioni di sicurezza.

Per fare ciò, se utilizzi WordPress esistono numerosi plugin che ti permettono di adeguare il tuo sito web alla normativa GDPR.

Conclusioni

Se hai un sito web, avrai sicuramente intuito l’importanza di adeguarti al GDPR e gli effetti che questa normativa ha avuto su tutto il mondo digital.

Se hai ancora dubbi, la cosa migliore è affidarti a un esperto in materia di GDPR in modo da non incorrere in falle della sicurezza o nelle salatissime multe per chi non rispetta la regolamentazione.

La cosa positiva è che dalla sua introduzione nel 2018, la normativa GDPR ha anche chiarito numerosi dubbi e zone d’ombra che prima erano invece presenti e adesso mettersi in regola è molto più semplice e intuitivo rispetto a qualche mese fa.

Adesso non ti resta quindi di fare un’analisi del sito web e controllare che tutto sia in regola con la regolamentazione GDPR.

Redazione

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