Fringe benefit 2025: l’esenzione a 1.000/2mila euro e novità per neoassunti

La Legge di bilancio 2025 introduce più detassazioni per neoassunti che si trasferiscono oltre 100 km

Paolo Ballanti 23/10/24
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Nel pacchetto lavoro della Legge di bilancio 2025 sono inclusi diversi incentivi per lavoratori e lavoratrici, con vari sgravi e detassazioni.

Tra i principali terreni di intervento figura la riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi medio bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati: il cosiddetto taglio al cuneo fiscale.

L’abbattimento di quello che è il peso di contributi e tasse sulle buste paga dei dipendenti (il cosiddetto cuneo fiscale) rappresenta un tema ricorrente degli interventi normativi succedutisi negli ultimi anni.

Nella Manovra 2024 (approvata con Legge 30 dicembre 2023, numero 213) è stata prevista infatti una riduzione dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico dei lavoratori pari al 6-7%, in presenza di una retribuzione mensile pari o inferiore a 2.692,00 euro.

Dal punto di vista fiscale la stessa Legge ha introdotto, limitatamente al periodo d’imposta 2024, un innalzamento della soglia di detassazione dei fringe benefits rispetto al tetto ordinario di 258,23 euro.

Stando alle anticipazioni fornite dal governo, analizziamo in dettaglio le novità in materia di detassazione dei fringe benefits.

Indice

Cosa sono i fringe benefit

I fringe benefits, detti anche compensi in natura, sono tutti quei beni e servizi che il dipendente riceve dal datore di lavoro nel corso del periodo d’imposta, in ragione del contratto di lavoro in essere.

In questo caso si parla di retribuzione in natura per differenziare i fringe benefits dalle somme in denaro (a titolo ad esempio di paga base, superminimi e altre indennità) riconosciute al dipendente e attestate nel cedolino.

Trattandosi di vera e propria retribuzione (anche se in natura) i fringe benefits sono soggetti a contributi e tasse secondo regole particolari di quantificazione della retribuzione imponibile. Possiamo infatti distinguere tra:

  • compensi in natura non tassati;
  • compensi in natura tassati assumendo come retribuzione imponibile il valore normale o, al contrario, un valore convenzionale fissato dalla stessa normativa (Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, numero 917, cosiddetto TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Un caso particolare, rispetto a quanto descritto, riguarda i beni e servizi di modico valore.

Beni e servizi di modico valore

Il TUIR (D.P.R. numero 917/1986) dispone all’articolo 51, comma 3, ultimo periodo che sono esenti da contributi e tasse i beni e servizi di modico valore. Tale si intende il “valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000; se il predetto valore è superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito”.

Il limite di importo, equivalente a 258,23 euro, è da intendersi:

  • riferito a tutti i beni e servizi ricevuti dal dipendente, anche se nell’ambito di rapporti di lavoro diversi;
  • assunto per intero, anche se con riguardo a rapporti di lavoro di durata inferiore al periodo d’imposta.

Per il solo periodo di imposta 2024, la soglia di 258,23 euro è stata eccezionalmente elevata a:

  • 1.000 euro per la generalità dei dipendenti;
  • 2.000 euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati;

A stabilirlo la Legge 30 dicembre 2023 numero 213 (Manovra 2024).

La stessa manovra dispone che concorrono ai limiti di 1.000,00 / 2.000,00 euro le somme riconosciute dal datore di lavoro:

  • per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale;
  • per le spese legate all’affitto della prima casa;
  • per gli interessi sul mutuo della prima casa.

Figli fiscalmente a carico

Sono esenti da contributi e imposte i beni e servizi riconosciuti ai dipendenti sino al limite annuo di 2.000,00 euro, a patto che gli stessi abbiano fiscalmente a carico uno o più figli.

Tali si intendono i figli che totalizzano un reddito complessivo, nel periodo d’imposta, non superiore a 2.840,51 euro, soglia elevata a 4.000,00 euro per i figli di età non superiore a 24 anni.

Cosa prevede il Ddl bilancio 2025

Con il Ddl bilancio 2025 si “rendono strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale” e si confermano i “fringe benefit per tutti gli aventi diritto”. Il Documento programmatico di bilancio completa il quadro affermando che, a decorrere dal 1° gennaio prossimo, permangono “gli effetti delle misure di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro”.

Dal tenore delle anticipazioni (e con la consapevolezza che il testo del Ddl potrà subire modifiche / integrazioni nel corso del suo iter parlamentare) possiamo ipotizzare, alla luce delle informazioni disponibili al momento che, grazie alla Manovra 2025, è prevista la conferma a tempo indeterminato delle soglie di detassazione e di decontribuzione dei fringe benefits a 1.000,00 / 2.000,00 euro.

Per effetto delle novità descritte, le retribuzioni in natura riconosciute ai lavoratori dipendenti non saranno soggette, in via strutturale, né a contributi (a carico azienda e dipendente) né a ritenute fiscali (a carico dipendente) entro il limite annuo di importo di 1.000,00 / 2.000,00 euro, a seconda che l’interessato abbia o meno figli fiscalmente a carico.

Novità Fringe benefit 2025

Oltre alla conferma dell’esenzione ai fini fiscali e contributivi dei fringe benefits, il Ddl bilancio introduce una novità rispetto alla normativa vigente, figlia della Manovra 2024.

Si prevede infatti la maggiorazione delle soglie di detassazione e decontribuzione per “i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri” (comunicato stampa CDM 15 ottobre 2024).
 

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