Compresi in questa schiera sono anche cantanti e sportivi ma non bisogna far parte necessariamente dello star system per andare incontro a questo sacrificio; tale provvedimento infatti riguarderà anche piloti marittimi, poligrafici, spedizionieri e persino i minatori che non faranno di certo salti di gioia a sapere che è loro richiesto di spegnere la luce del casco a 56 anni invece che 55.
Dunque, con questa norma, tutte quelle categorie che la riforma delle pensioni non toccava, vengono inserite. E’ successo quasi a sorpresa, infatti, la riunione tecnica di ieri era stata convocata per esaminare uno schema di regolamento che si supponeva riguardasse solo le pensioni di militari e poliziotti, invece sono stati rivisti anche l’articolo 12 “ballerini e tersicorei”, l’articolo 14 ossia la “platea dei lavoratori iscritti al gruppo canto” e l’articolo 7 “i lavoratori di miniere, cave e torbiere”.
Il decreto Salva Italia contempla che anche i settori di Difesa e Sicurezza si adeguino alle nuove norme sulle pensioni, il ministero della Difesa, tuttavia, è contrario e in questo ha l’appoggio dei partiti ecco perché la situazione si protrae da mesi senza risvolti. Il tempo è tiranno però, ad ottobre, infatti, scade il termine per l’armonizzazione e dal momento che manca una settimana, e c’è già stato un rinvio, il ministro Fornero ha deciso che l’ultima possibilità, a livello legislativo, per chiedere un contributo a tutti i lavoratori che sono rimasti fuori dalla riforma di dicembre sia questa.
Nella immediata attualità il provvedimento non influirebbe più di tanto sui conti pubblici, ma dal 2022 le casse dell’Erario risparmierebbero 400 milioni annui, ossia quanto viene messo a disposizione, grosso modo, dall’ Unione Europea con il programma cooperazione culturale che copre il periodo dal 2007 al 2013. Militari e forze dell’ordine, che vedono spostarsi la pensione a 62 anni dai precedenti 60, rappresentano il grosso della torta, tuttavia su questo un accordo stenta a venire, anche ieri i tecnici del Welfare non sono stato in grado di trovare un accordo. Oggi tocca ad Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio, di tentare la via della conciliazione.
I sindacati di polizia, in una manifestazione unificata, hanno palesato il loro scontento ed hanno ottenuto di essere ricevuti dal premier Monti; “Ha ascoltato le nostre richieste – racconta Nicola Tanzi, segretario del Sap – e ci ha detto che ci farà sapere. Ci aspettiamo delle modifiche”. Insieme a loro, e forse anche più di loro, quella variegata ma non meno arrabbiata compagnia che da oggi mette insieme ballerini, cantanti, attori, poligrafici e minatori
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