Una delle misure principali dell’ultima legge di bilancio (L. 29 dicembre 2022 numero 197) è senza dubbio la flat tax incrementale, la tassa piatta prevista per l’anno corrente nei confronti di quanti esercitano attività d’impresa, arti o professioni.
La novità consiste nell’applicazione di un’aliquota fissa su una base imponibile rappresentata dalla differenza (per questo si chiama “incrementale”) tra il reddito 2023 ed il più elevato dei redditi del triennio 2020 – 2022.
Al fine di fornire una serie di chiarimenti operativi sull’applicazione della flat tax incrementale, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con la Circolare 28 giugno 2023 numero 18/E.
Analizziamo la fattispecie in dettaglio.
Indice
- Flat tax incrementale 2023: chi può applicarla
- Flat tax incrementale 2023: redditi esclusi
- Flat tax incrementale 2023: come si applica
- Flat tax incrementale 2023: esempi di calcolo
- Flat tax incrementale 2023: redditi soggetti a Irpef ordinaria
- Flat tax incrementale 2023: come comportarsi con acconti e addizionali
Flat tax incrementale 2023: chi può applicarla
Due sono le categorie di contribuenti che possono applicare la flat tax incrementale per il solo anno 2023:
- Le persone fisiche esercenti attività d’impresa, a prescindere dal regime contabile adottato (in forza della natura di impresa individuale rientrano nella flat tax sia l’impresa familiare che l’azienda coniugale, non gestita in forma societaria);
- Le persone fisiche che esercitano arti o professioni.
Flat tax incrementale 2023: redditi esclusi
Sono esclusi dall’applicazione del regime agevolativo della flat tax:
- I redditi delle società di persone, imputati ai soci in ragione del principio di trasparenza (articolo 5, comma 1, TUIR);
- I redditi delle società di capitali, attribuiti ai soci in virtù dell’esercizio dell’opzione per la trasparenza fiscale delle società a ristretta base proprietaria (articolo 116, TUIR);
- I redditi derivanti dall’esercizio in forma associata di arti e professioni, imputati ai singoli associati (articolo 53, comma 1, TUIR).
Un’altra ipotesi di esclusione dalla flat tax riguarda quanti, nel periodo d’imposta 2023, applicano il regime forfetario. È comunque possibile, anche in questi casi, accedere al regime agevolativo in parola qualora il contribuente decada dal forfetario in corso d’anno, in presenza di compensi o ricavi superiori a 100 mila euro.
In caso di decadenza, l’intero reddito 2023 dev’essere determinato con le modalità ordinarie.
Da ultimo, la flat tax non opera per coloro che abbiano iniziato l’attività d’impresa o l’esercizio di arti o professioni dall’anno d’imposta 2023, attesa l’impossibilità di determinare l’incremento reddituale richiesto dalla norma.
Possono invece accedere al beneficio fiscale i contribuenti per i quali esiste l’incremento reddituale con riferimento ad almeno una sola delle annualità del triennio 2020 – 2022, non essendo richiesto dalla norma, ai fini del confronto reddituale, che il contribuente abbia conseguito redditi per l’intero triennio di osservazione.
Per chi opera con regime forfetario si consiglia il volume “Il regime forfetario dalla A alla Z“, che si pone l’obiettivo di fornire risposte alle tante piccole perplessità degli operatori del settore e lo fa attraverso una trattazione organizzata in ordine alfabetico, affinché sia di immediata e semplice consultazione.
Flat tax incrementale 2023: come si applica
Il regime agevolativo della flat tax prevede l’applicazione di un’imposta ad aliquota fissa del 15%, sostitutiva di Irpef ed addizionali regionali e comunali. L’agevolazione si applica sull’incremento del reddito 2023 rispetto a quello più elevato registrato nel triennio precedente (2020, 2021 e 2022).
Base imponibile
La base imponibile su cui applicare l’aliquota al 15% è formata dalla differenza (comunque non superiore a 40 mila euro) tra il reddito 2023 e l’importo più elevato del triennio 2020 – 2022.
I redditi da confrontare sono esclusivamente quelli relativi alle attività d’impresa e di lavoro autonomo, riportati in dichiarazione dei redditi, al netto delle perdite pregresse.
A tal fine rilevano i dati indicati nel modello Redditi Persone Fisiche ai quadri:
- RE, relativo al reddito di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni;
- LM, per il reddito d’impresa o di lavoro autonomo, derivante dall’esercizio di arti e professioni, conseguito dalle persone fisiche che fruiscono del regime forfetario o del regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità;
- RF, per il reddito d’impresa in contabilità ordinaria;
- RG, con riguardo al reddito d’impresa in regime di contabilità semplificata;
- RD, reddito di allevamento di animali e reddito derivante da produzione di vegetali e da altre attività agricole.
Franchigia
Alla differenza citata dev’essere sottratta poi una franchigia del 5%, calcolata sul reddito più elevato del triennio 2020 – 2022.
Applicazione dell’aliquota
Sulla base imponibile come sopra calcolata, meno la franchigia del 5%, si applica l’aliquota al 15%.
Da notare che i redditi ulteriori, non inclusi nella flat tax, confluiscono nel reddito complessivo, come tale soggetto alla tassazione Irpef (ed addizionali) secondo gli ordinari scaglioni di reddito.
Flat tax incrementale 2023: esempi di calcolo
Ipotizziamo che il contribuente abbia realizzato i seguenti redditi:
- Reddito 2023 euro 100.000;
- Reddito 2022 euro 80.000;
- Reddito 2021 euro 70.000;
- Reddito 2020 euro 60.000.
A questo punto si calcola la differenza tra 100.000 ed il reddito più elevato del triennio (nel nostro esempio il 2022) pari ad euro 80.000. Il risultato sarà pertanto: 100.000 – 80.000 = 20.000.
La franchigia da sottrarre corrisponderà al 5% sul reddito più elevato:
80.000 * 5% = 4.000.
Pertanto, la base imponibile soggetta ad aliquota al 15% sarà:
20.000 – 4.000 = 16.000.
L’importo restante pari a 100.000 – 16.000 = 84.000 sarà ricompreso nel reddito complessivo soggetto ad Irpef ordinaria.
Un secondo esempio vede realizzati i seguenti redditi:
- Reddito 2023 euro 200.000;
- Reddito 2022 euro 80.000;
- Reddito 2021 euro 70.000;
- Reddito 2020 euro 60.000.
A seguire, i calcoli sono:
- Differenza tra il reddito 2023 di 200.000 ed il reddito 2022 (il più elevato) pari ad euro 80.000, 200.000 – 80.000 = 120.000;
- Franchigia del 5% calcolata sul reddito 2022 pari a 80.000 * 5% = 4.000;
- Reddito soggetto a flat tax 120.000 – 4.000 = 116.000, tuttavia si applica la soglia massima di 40.000 euro;
- Reddito che confluisce nel reddito complessivo con aliquote Irpef ordinarie pari a 200.000 – 40.000 = 160.000.
Flat tax incrementale 2023: redditi soggetti a Irpef ordinaria
Come anticipato, sui redditi residui non soggetti a flat tax si applicano le aliquote per scaglioni, definite dall’articolo 11 del TUIR.
Ad esempio, ipotizzando un reddito d’impresa nel 2023 pari a 70 mila euro ed una base imponibile soggetta a flat tax di 40 mila euro, la differenza di 30 mila sarà soggetta alle seguenti aliquote Irpef:
- Fino a 15 mila euro aliquota 23%;
- Da 15.001 a 28 mila euro aliquota del 25%;
- Da 28.001 a 30 mila euro aliquota del 35%.
Flat tax incrementale 2023: come comportarsi con acconti e addizionali
La normativa (articolo 1, comma 57) stabilisce chiaramente che ai fini del calcolo degli acconti Irpef e delle relative addizionali non si tiene conto dell’applicazione della flat tax.
Di conseguenza, per il periodo d’imposta 2024, precisa l’AE, l’importo degli acconti “deve essere calcolato adottando, quale base imponibile, quella che si sarebbe determinata utilizzando le aliquote ordinarie IRPEF”.
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