Tra i numerosi ambiti di intervento, spicca quello relativo al sostegno alle imprese, sono previsti contributi a fondo perduto per i soggetti titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate (Codici ATECO).
Potranno presentare richiesta per i sostegni, i soggetti che hanno subito perdite di fatturato, nel 2020, pari ad almeno il 30%, calcolato su un valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro. Per il sostegno alle attività d’impresa di specifici settori, sono inoltre previsti:
- un fondo per il turismo invernale;
- l’aumento a 2,5 miliardi dello stanziamento per il Fondo per l’esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti;
- la proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione fino al 30 aprile 2021.
Decreto Sostegni approvato: tutte le misure
Decreto Sostegni: aiuti alle imprese
Nella graduatoria delle misure previste dal decreto quello più importante è sicuramente relativo agli aiuti alle partite Iva fino a 10 milioni di euro di fatturato nel 2019.
Il sistema degli aiuti si integra con le modifiche al Temporary Framework, tra le novità vi è il limite generale degli aiuti che si alza da 800mila euro a 1,8 milioni, e arriva a 10 milioni per i contributi a copertura dei costi fissi, i calcoli saranno riferiti alla singola impresa e non al gruppo. Viene così scongiurato il rischio di restituzione che pendeva su molte aziende che avevano beneficiato già di altri aiuti.
Il nuovo criterio per il calcolo degli aiuti di Stato alle partite Iva in difficoltà, fa riferimento al confronto tra il fatturato medio mensile del 2020 e quello del 2019. Il meccanismo prevede ad ogni partita Iva fino a 10 milioni di euro di fatturato 2019 che nel 2020 abbia visto ridursi il proprio volume d’affari di almeno il 30% un aiuto che potrà andare dall’1,7% del calo annuo del fatturato nel caso dei soggetti più grandi (da 5 a 10 milioni di ricavi 2019) al 5% per quelli più piccoli (fino a 100mila euro).
Ogni operatore economico dovrà mettere a confronto il volume d’affari 2020 con quello del 2019, dividendo il risultato per i 12 mesi dell’anno. Ottenuta la base di calcolo, si dovrà applicare una percentuale specifica per fascia dimensionale:
- 60% per i fatturati 2019 fino a 100mila euro;
- 50% fra 100.001 e 400mila;
- 40% fino a un milione;
- 30% fino a 5 milioni;
- 20% fino a 10 milioni.
Il sistema è stato ideato per minimizzare le oscillazioni degli aiuti prodotte dalla stagionalità di molte attività, e dal fatto che soprattutto nell’ultimo periodo del 2020, la geografia delle chiusure è stata molto diversa da Regione a Regione. Il metodo della media mensile è in grado di adattarsi a queste variabili, e offre un appiglio anche alle attività economiche che sono nate nel corso del 2019. Per le start up, ovvero le imprese nate nel 2020, vale invece il solito criterio che attribuisce un aiuto minimo di mille euro, due mila nel caso delle persone giuridiche.
Per ottenere l’aiuto, si dovrà presentare una domanda attraverso una piattaforma telematica predisposta dalla Sogei per l’Agenzia delle Entrate. Sarà (a breve) pubblicato un provvedimento relativo alle modalità di presentazione. I pagamenti dovrebbero partire dall’8 aprile e saranno previsti 60 giorni per presentare la domanda autocertificando la propria condizione.
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Decreto Sostegni: indennità per stagionali
Per una cospicua platea che comprende dipendenti stagionali, o in somministrazione del turismo e degli stabilimenti termali nel turismo, per i dipendenti stagionali e in somministrazione in altri settori, intermittenti, autonomi privi di partita Iva con contratti occasionali, incaricati alle vendite a domicilio, lavoratori dello spettacolo, iscritti fondo pensione lavoratori spettacolo, è prevista un’indennità “una tantum” di 2.400 euro.
Decreto sostegni: stralcio vecchie cartelle
Nel decreto è previsto lo stralcio delle cartelle dal 2000 al 2010, e non fino al 2015 come era stato ipotizzato precedentemente. Lo stralcio avverrà solo per i debitori con redditi 2019 fino a 30.000 euro. Verranno eliminati circa 16 milioni di ruoli, molti di meno rispetto a quelli che erano stati ipotizzati inizialmente, non entreranno nello stralcio le multe stradali, i pagamenti di danni erariali e i debiti per il recupero di aiuti di Stato.
Dl Sostegni: proroga stop riscossione al 30 aprile
Il decreto differisce al 30 aprile 2021 la data finale del periodo di sospensione dei termini di versamento, derivanti da cartelle di pagamento, nonché dagli avvisi esecutivi relativi alle entrate tributarie e non. L’intervento avviene modificando direttamente l’art. 68 del D.L. n. 18/2020 (c.d. “Decreto Cura Italia”), che aveva sospeso i termini, scadenti dall’8 marzo al 31 maggio 2020, per il versamento di somme derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, ecc.
Il termine era stato poi via via prorogato dai successivi decreti, fino ad arrivare allo scorso 28 febbraio. Inoltre si dispone lo slittamento dei termini per la presentazione, da parte dell’agente della riscossione, delle comunicazioni di inesigibilità relative alle quote affidate nell’anno 2021, tenuto conto degli ulteriori effetti prodotti sui tempi dell’attività di riscossione di tali quote dalla sospensione della stessa attività
Restano invece, fermi i preesistenti termini di presentazione delle comunicazioni di inesigibilità riguardanti le quote affidate negli anni 2018, 2019 e 2020.
La norma prevede anche che restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e gli adempimenti svolti dall’agente della riscossione dal 1° marzo 2021 alla data di entrata in vigore del decreto restando salvi i rapporti giuridici e gli effetti prodottisi, restano inoltre acquisiti, per quanto attiene ai versamenti eventualmente eseguiti nel suddetto periodo, gli interessi di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive.
Fisco e riscossione: cancellazione avvisi bonari
Prevista anche la definizione agevolata delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni relative alle comunicazioni elaborate entro il 31 dicembre 2020 per il periodo di imposta 2017 e quelle elaborate entro il 31 dicembre 2021 per il periodo di imposta 2018.
La misura interessa i soggetti con partita Iva attiva alla data di entrata in vigore del nuovo decreto con una riduzione maggiore del 30% del volume d’affari dell’anno 2020 rispetto al volume d’affari dell’anno precedente come risultate dalla dichiarazione Iva entro il termine di presentazione della dichiarazione per il periodo d’imposta 2020. Per chi non è tenuto alla presentazione della dichiarazione Iva si tiene conto dell’ammontare dei ricavi o compensi risultanti dalla dichiarazione dei redditi. Tali soggetti possono beneficiare previa proposta effettuata a cura dell’Agenzia delle Entrate, dell’abbattimento delle sanzioni e delle somme aggiuntive richieste con le comunicazioni di irregolarità.
Fisco e riscossione: rinvio delle scadenze fiscali
Il perdurare dell’emergenza sanitaria, incide sul calendario fiscale 2021, con una serie di interventi alcuni già preannunciati da comunicati del ministero dell’Economia nelle scorse settimane. Sul fronte delle cartelle vi è la doppia proroga per chi deve pagare le rate 2020 e 2021 della rottamazione-ter e del saldo e stralcio. Per le rate del 2020 che l’ultima proroga aveva spostato al 1° marzo scorso (il termine era il 28 febbraio ma cadeva di domenica) ci sarà tempo per pagare quanto dovuto fino al prossimo 31 luglio. Slitta anche la possibilità di versare le rate in scadenza nel 2021 e le scadenze del 1° marzo, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio potranno essere regolarizzate entro il 30 novembre 2021. In entrambi i casi, si potrà usufruire del margine di tolleranza di cinque giorni.
Anche la web tax subisce un nuovo differimento, il primo versamento che, dopo la modifica introdotta nel decreto di gennaio poi trasposto nella conversione del Milleproroghe, era slittato al 16 marzo, ora viene ulteriormente prorogato al 16 maggio mentre il termine ultimo della dichiarazione passa dal 30 aprile al 30 giugno. Il 16 maggio e il 30 giugno diventano rispettivamente anche due scadenze a regime per la web tax, quindi anche per i prossimi anni.
Fisco e riscossione: più tempo per la CU e le dichiarazioni precompilate
Ci saranno 15 giorni in più per la Certificazione Unica, il termine di invio telematico all’Agenzia, ma anche per la consegna da parte dei sostituti d’imposta a lavoratori e pensionati, passa dal 16 al 31 marzo.
Differito (dal 16 al 31 marzo) il termine (per i soggetti chiamati a farlo) per trasmettere i dati per le spese che danno diritto a detrazioni o deduzioni, tra gli interessati ci sono tra gli altri, banche, assicurazioni, enti previdenziali, amministratori di condominio, università, asili nido.
Posticipata dal 30 aprile al 10 maggio la data a partire dalla quale l’Agenzia delle Entrate renderà disponibile la dichiarazione precompilata (Modello 730/2021).
Ulteriore rinvio per il debutto della precompilata Iva, la partenza dei registri precompilati scatterà dalle operazioni a partire dal 1° luglio 2021, mentre bisognerà attendere il 2023 per la dichiarazione Iva precompilata perché inizieranno ad essere censite le operazioni solo dal 2022. Sul fronte fattura elettronica per venire incontro alle difficoltà manifestate dai professionisti ci saranno tre mesi in più per la conservazione delle e-fatture 2019. Il nuovo termine viene fissato al 10 giugno 2021.
Certificazione Unica 2021: come ottenerla e cosa fare in caso di errori
Libri utili
Decreto Sostegni (eBook 2021)
Commento analitico di tutte le misure fiscali e sul lavoro del Decreto Sostegni, per aiutare imprese, lavoratori autonomi e famiglie in difficoltà.
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