Fatturazione elettronica 2019: bocciata dal Garante privacy. Ecco perché

Il Garante: “va cambiata”

Chiara Arroi 20/11/18
Guai in vista per la Fatturazione elettronica 2019, che si prepara ad entrare in vigore dal 1° Gennaio del nuovo anno. Il Garante per la Privacy ha avvisato l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della e-fattura, così come è stato regolato, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”.

Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica.

Tutte le novità sulla Fattura elettronica 

È la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami.

Vediamo i motivi per cui il Garante ha messo in dubbio l’intero impianto della fatturazione elettronica, il cui obbligo tra l’altro è in procinto di entrare in vigore.

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Fatturazione elettronica 2019: perché va cambiata

Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito.

  • Entrando nel merito del nuovo sistema di e-fatturazione il Garante ha rilevato una serie di criticità: In primo luogo, l’Agenzia, dopo aver recapitato le fatture in qualità di “postino” attraverso il sistema di interscambio (SDI) tra gli operatori economici e i contribuenti, archivierà e utilizzerà i dati anche a fini di controllo. Tuttavia non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali.
  • Inoltre il Garante mette in dubbio la scelta dell’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale, anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea o digitale direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore.
  • Ulteriori problemi pone il ruolo assunto dagli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri, grazie a possibili collegamenti e raffronti tra fatture di migliaia di operatori economici.
  • Anche le modalità di trasmissione attraverso lo SDI (sistema di interscambio) e gli ulteriori servizi offerti dall’Agenzia (come la conservazione dei dati) presentano criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, tanto più considerato l’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica.

Fatturazione elettronica 2019: novità nel decreto fiscale

Ricordiamo che l’obbligo di emettere fattura elettronica entrerà in vigore il prossimo primo gennaio e, svanite ormai le speranze di una possibile proroga, il legislatore ha individuato una serie di disposizioni semplificative, pensando anche a coloro che non saranno in grado dall’inizio di emettere fattura elettronica.

Secondo quanto previsto nel decreto fiscale, le fatture si potranno emettere tardivamente senza sanzioni se verranno emesse entro la liquidazione relativa al momento in cui è stata effettuata l’operazione, inoltre è prevista la sanzione ridotta al 20% se l’emissione è ritardata alla liquidazione successiva.

Queste facilitazioni fanno parte di un regime transitorio che durerà un semestre, dunque fino al 30 giugno 2019.

Fatturazione elettronica 2019: come va inviata 

Le fatture elettroniche vanno sempre inviate ai propri clienti attraverso il Sistema di Interscambio (proprio quello ora messo in dubbio dal Garante), altrimenti sono considerate non emesse.

Il sistema controlla per ogni file che:

  • siano presenti almeno le informazioni minime obbligatorie previste per legge (identificativi del fornitore e del cliente, il numero e la data della fattura, la descrizione della natura, quantità e qualità del bene ceduto o del servizio prestato, l’imponibile, l’aliquota e l’Iva);
  • le partita Iva del fornitore e la partita Iva o il codice fiscale del cliente siano esistenti, ovvero siano presenti in Anagrafe tributaria;
  • sia inserito nella fattura l’indirizzo telematico dove recapitare il file, e cioè che sia almeno compilato il campo “Codice Destinatario”;

Sull’argomento Fatturazione elettronica, LeggiOggi consiglia la seguente Guida:

Chiara Arroi

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