In particolare, la disposizione scatterà da subito per gli enti centrali come i Ministeri, le Agenzie fiscali e gli Enti nazionali di previdenza e di assistenza. In pratica, sono coinvolti tutti i dipartimenti governativi, l’Agenzia delle Entrate, Equitalia e gli altri istituti deputati alla riscossione, le scuole, le forze di polizia, fino al super Inps, come noto accorpato anche ad Inpdap ed Enpals. A definire le amministrazioni coinvolte, comunque, l’elenco Istat dei soggetti nel conto economico consolidato dello Stato entro il 31 luglio. In tutto, sono 38 le amministrazioni coinvolte, per un complesso di 18mila uffici.
Si apre, così, una nuova era contabile nel mondo della pubblica amministrazione, che si completerà a partire dal prossimo primo gennaio 2015, quando la fatturazione elettronica diventerà un dovere per tutti gli enti del settore, incluse, dunque, anche le istituzioni locali, chiamate ad accodarsi entro il termine di quest’anno.
A definire le istruzioni e le modalità con cui la fatturazione elettronica sarà introdotta nel mondo della pubblica amministrazione, è il decreto 55 del 2013, che riprende le indicazioni della Finanziaria 2008, dove il documento digitale era stato annunciato per la prima volta.
Cosa è vietato. D’ora in avanti, per tutti gli uffici che dovranno ricorrere alla fatturazione elettronica, sarà vietato accettare fatture emesse in forma cartacea, anche parziali, fino a che non sarà emessa una adeguata fattura elettronica
Obblighi della PA. Gli enti coinvolti nel processo di avviamento della fatturazione elettronica, sono chiamati a iscrivere i propri uffici responsabili delle ricezioni all’indice delle pubbliche amministrazioni (IPA), che rilascerà un codice ad hoc per ogni ente, pubblicandolo successivamente sulla pagina www.idicepa.gov.it.
Gli obblighi dei privati. Imprese e lavoratori autonomi dovranno emettere la fattura elettronica nei riguardi della PA anche nella modalità di nota, parcella o simili rendiconti, e, in questo modo, conservarla in relativo archivio digitale. A gestire lo scambio tra partita Iva e ente pubblico, arriverà il Sistema d’Interscambio coordinato dall’Agenzia delle Entrate, che riceverà la fattura da parte dei privati e provvederà a inoltrarla all’ufficio pubblico di riferimento.
Dopo la ricezione. Una volta ottenuta la fattura tramite il Sistema d’Interscambio, quest’ultimo rilascerà una ricevuta di consegna che certifica la corretta ricezione da parte dell’ente pubblico; allo stesso modo, in caso di mancato recapito, lo Sdi farà presente all’operatore economico della non avvenuta trasmissione della fattura.
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