La storia (vera) del giudice che sfregiava le macchine degli avvocati

A chi non è mai capitato di tornare alla macchina parcheggiata e trovarla volontariamente danneggiata magari da un graffio, da una riga, da uno “sgarro” per dirla in romanesco; danneggiamenti che sono una palese manifestazione di volontà vandalica e difficilmente associabili ad un incidente del tutto casuale. Certamente ci siamo arrabbiati tutti, spesso queste situazioni si verificano in contesti, parcheggi, luoghi o soste inusuali, difficile avvengano sotto casa, dove ci sentiamo al sicuro, oppure al lavoro e invece non è necessariamente così, lo sa bene un avvocato fiorentino che si è trovato la sua macchina, puntualmente ogni volta che usciva dal lavoro, danneggiata in modo palesemente volontario.

Nessuno, credo, tollererebbe a lungo una ritorsione del genere e visto che il malcapitato in causa è un avvocato l’ingegno non gli è certo mancato per venire a capo di questa situazione; così con uno stratagemma è riuscito a monitorare periodicamente il suo posto auto e a filmare chi si avvicinava ad essa per violarne l’integrità. Una volta provato, grazie alla testimonianza filmica, che la sua vettura era davvero vittima di un presunto “vandalo” ha consegnato il tutto ai carabinieri che hanno pensato bene anche loro di fare un appostamento per verificare la veridicità dei fatti.

Come nei migliori film americani, i carabinieri, italiani però, sono stati nascosti in un piccolo furgoncino appostato non molto lontano dall’auto dell’avvocato ed hanno potuto anche loro constatare che effettivamente c’era qualcuno che riservava ingombranti attenzioni alla macchina dell’avvocato. Il colpo di scena però non è questo, dopo aver filmato a loro volta il vandalo hanno sottoposto l’avvocato all’analisi del filmato per capire se i due si conoscessero e, sorpresa sorpresa, i due si conoscevano davvero; l’avvocato infatti è stato certo e fermo nel riconoscere un giudice, andato ormai in pensione, con cui aveva “collaborato” in passato visto il suo ruolo.

Gli inquirenti raccontano dell’espressione a dir poco stupefatta del legale, sorpreso ancora di più per essere stato beffato da quello che dovrebbe essere un tutore della legge, neanche a dire che l’avvocato ha sporto denuncia presso le forze dell’ordine e che con ogni probabilità seguirà un processo a questa vicenda, dall’esito scontato vista la flagranza di reato, ma chissà che non ci sia, dietro l’angolo, un altro colpo di scena.

Alessandro Camillini

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