Evasione fiscale e privacy: il fisco ci guarda!

Il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali prof. Francesco Pizzetti, giunto ormai a fine mandato, nel corso della presentazione al Senato del volume “Sette anni di protezione dati in Italia” mette da parte il suo proverbiale riserbo e critica in modo molto severo l’attuale normativa sulla trasparenza in materia di controlli fiscali apostrofando la stessa come tipica di uno Stato anti-democratico. Parole forti quelle del prof. Pizzetti che lasciano trasparire la grande delusione dell’Autorità per una politica divenuta ormai insensibile a tematiche come la privacy, nell’intento di favorire una ripresa economica anche a danno di valori di rilevanza costituzionale come la libertà e la dignità dell’uomo.

Tutto, o quasi tutto ormai giustifica la realizzazione dei propri fini è questo il messaggio che sta lanciando l’attuale governo e naturalmente il Garante non può che essere preoccupato. La lotta all’evasione fiscale, indubbiamente sacrosanta, viene realizzata attraverso strumenti troppo aggressivi (vedi redditometro, spesometro) che vanno sempre più ad indagare nella vita privata degli individui fondandosi sul presupposto di una generale illiceità. In tal modo vengono, quindi, ribaltati quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali di uno Stato democratico.

Dure le parole di Pizzetti anche nei confronti dei recenti Decreti sullo sviluppo, in materia di semplificazioni, che hanno contribuito a scardinare notevolmente la normativa sulla privacy eliminando importanti misure (DPS) che avevano il grande privilegio di mantenere alta l’attenzione del mondo imprenditoriale su argomenti come la protezione dei dati personali a tutela di noi cittadini.

Di fronte a queste esternazioni del presidente Pizzetti ho naturalmente provato una grande soddisfazione e come presidente dell’ANDIP mi sono sentito orgoglioso di condividere le argomentazioni del Garante, visto che da tempo sostengo, in perfetta solitudine, queste battaglie.

Il problema è che questo giusto intervento del prof. Pizzetti giunge ormai troppo tardi, quando ormai i giochi sono fatti ed è già stata avviata una macchina di controlli troppo aggressiva e poco rispettosa dei diritti del cittadino.

Bisognava agire prima ed in chiave preventiva ed il Garante ne aveva tutti i diritti, anzi il dovere di farlo, esercitando una prerogativa prevista dalla legge!!!

Alcuni amici giuristi hanno ritenuto addirittura inopportune le parole del Garante, poiché oggi è giusto usare qualsiasi mezzo per combattere l’evasione. Queste, ritengo, sono proprio le conseguenze dell’inerzia dell’Autorità che con il suo silenzio, talvolta, ha legittimato iniziative governative d’ispirazione “machiavellica”.

Oggi qualsiasi intervento governativo ormai è giustificato dalla ragion di Stato che rischia di relegare il nostro paese all’ultimo posto per il livello di tutela dei diritti dell’uomo.

Michele Iaselli

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