Insomma, se di commiato si tratterò, Giovannini probabilmente lascerà il posto di governo con due provvedimenti importanti. L’ultimo, quello rivolto agli esodati, riguarda la tranche salvaguardata con le risorse stanziate in legge di stabilità 2014. Ora, il testo si trova sulla scrivania del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, per la controfirma necessaria relativa alle adeguate coperture finanziarie, ma dovrebbe trattarsi di una formalità.
Cogliendo l’occasione per la presentazione del testo, arrivato in tempi tutto sommato ristretti, vista l’approvazione della legge di bilancio a fine 2013, il governo ha ribadito la centralità della questione esodati nell’agenda, informando di aver sollecitato l’Inps della nuova gestione Conti a dotarsi di strutture e procedure più idonee a gestire questa continua emergenza del welfare, che non accenna ad arrestarsi.
Ecco chi sono i 23mila tratti in salvo con il nuovissimo decreto emanato dal ministero del Lavoro:
_ 6mila autorizzati al versamento dei contributi in forma volontaria, che abbiano registrato almeno un contributo prima del 6 dicembre 2011. Viene concessa, poi, la facoltà di aver lavorato, successivamente, anche a tempo determinato, purché non si abbia maturato un reddito superiore ai 7mila e 500 euro. I requisit per la pensione degli interessati, poi, devono essere raggiunti entro il prossimo 6 gennaio 2015.
_ 17mila autorizzati al versamento dei contributi in forma volontaria, i quali, pur non avendo accreditato un contributo entro il 6 dicembre 2011, ne abbiano maturato uno da contratto di lavoro nell’intervallo compreso tra 2007 e 30 novembre 2013, sempre che, nel frattempo, non abbiano ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Nell’ultima tranche trovano spazio anche coloro che abbiano interrotto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2012 dopo accordi individuali o collettivi contenenti incentivo all’esodo, firmati non oltre il 31 dicembre 2011; poi, il decreto si occupa anche dei licenziati tra 2007 e 2011, che abbiano lavorato in seguito ma senza contratti a tempo indeterminato; infine, anche chi è finito in mobilità ordinaria alla scadenza del 4 dicembre, che abbia ricevuto l’ok per versare in maniera volontaria i contributi previdenziali e che, nell’arco di sei mesi dal termine della mobilità, raggiungerà i requisiti per la pensione, così come erano previsti prima dell’avvento della riforma Fornero.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento