Il ministro del Lavoro è intervenuto ieri in un question time alla Camera dei deputati per un duplice scopo. Da una parte, la conferma, da parte dell’esecutivo, del reperimento di 330 milioni mancanti dalle scorte per gli ammortizzatori in deroga, mentre dall’altra, l’ex presidente Istat ha colto la palla al balzo per rilanciare, aprendo a nuove salvaguardie per gli esodati già in legge di stabilità 2014.
Nello specifico, sotto la lente sarebbero finiti i 55mila del secondo decreto pro esodati, quello, per intenderci, dei tratti in salvo con il provvedimento inserito nella spending review di montiana memoria, molti dei quali restano tuttora in attesa di vedere il primo assegno erogato.
Così come nella prima quota dei 65mila del decreto esodati di giugno 2012, infatti, le posizioni previste sono leggermente in eccedenza rispetto alle domande effettivamente accolte per la loro copertura. In questo modo, si sono liberati spazi – e risorse – impreviste per le casse statali, che possono venire convogliate per la tutela di altri esodati ancora scoperti.
Non c’è da attendersi miracoli, comunque. Come ha notato il ministro, infatti, con i prossimi provvedimenti si cercherà di “garantire un ulteriore allargamento della platea a risorse date”. Tutto lascia presagire che nuovi posti di salvataggio per gli esodati dalla legge Fornero verranno introdotti in legge di stabilità, senza, però, attingere a tesori o improvvisi risparmi da investire nel welfare: se ampliamento della platea sarà, dunque, si dovrà contare sulle risorse già stanziate.
In merito agli ammortizzatori, in aggiunta, Giovannini ha ricordato i 600 milioni in programma per il 2014 che, aggiunti ai 330 in programma entro il 31 dicembre, portano a quasi un miliardo lo sforzo del governo in questa fase.
Da ultimo, il successore di Elsa Fornero ha ricordato come, nel 2014, non solo esordiranno i fondi bilaterali per accompagnare quei lavoratori sprovvisti di paracadute Cig, ma anche le nuove disposizioni per accedere alle deroghe: i requisiti saranno molto più rigidi per effetto del decreto Imu che sospendeva la rata di giugno.
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