Esodati, mai più: col nuovo decreto si potrà andare in pensione prima

Redazione 15/05/13
Andare in pensione prima del dovuto? Sì, ma con il trattamento ridotto. Sarebbe questa la posizione che il governo porterà venerdì in Consiglio dei ministri, a parziale revisione della riforma Fornero e dei suoi effetti drammatici, soprattutto della sterminata platea degli esodati.

A confermare la posizione del governo è stato il neo ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che ha confermato ieri, nella specifica audizione al Senato, di voler presentare non solo l’ennesimo salvagente per i non salvaguardati, ma il cuscinetto necessario al sistema del welfare affinché tali situazioni possano essere scongiurate già nel prossimo futuro.

Come noto, la questione esodati ha portato oltre 300mila lavoratori – dati della Ragioneria dello Stato – a trovarsi senza lavoro e sprovvisti di regolare assegno di pensione. Un dramma che le soluzioni presentate dal precedente governo Monti hanno risolto sono in minima parte, mettendo in campo decreti per la tutela di 130.130mila lavoratori che, a oggi, hanno prodotto la miseria di poco appena 7mila pensioni erogate come ha confermato l’Inps nei giorni scorsi, per un totale di 10 miliardi di risorse messe sul piatto.

Nello specifico, sarebbe in preparazione una modifica all’attuale legge Fornero sulle pensioni che preveda finestre di uscita dalla carriera professionale tra i 62 e i 65 anni, con una decurtazione che va dal 2 all’8% nel trattamento mensile. Allo stesso modo, però, dovrebbero comparire incentivi per chi sceglierà il cammino opposto, ossia quello di restare sul proprio posto più del dovuto, cioè oltre i 65 anni e prima dei 70, con le medesime proporzioni non più tagliate, ma in aggiunta alla pensione che sarà poi ricevuta.

Va ricordato, a questo proposito, che per i requisiti individuati dalla riforma Fornero nell’anno in corso i termini per ritirarsi dal lavoro sono di 42 anni di contributi per gli uomini e uno in meno per le donne, o, in alternativa, 66 anni di età per chi matura i presupposti anagrafici.

Insomma, ora si pensa alla possibilità di concedere l’uscita del lavoro con un anticipo congruo, dove, però, sarà compreso un deficit nell’ammontare della mensilità nella speranza di ridurre, così, il rischio di ritrovarsi con un esercito infinito di nuovi esodati.

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