Esodati, il Governo punta a quota 140.000 salvaguardati

Redazione 09/11/12
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L’obiettivo del Governo rimane quello di aumentare la platea degli esodati salvaguardati dagli attuali 130.000 portandoli a 140.000, anche dopo il recente stop della Commissione bilancio della Camera che aveva bocciato un emendamento alla Legge di Stabilità teso ad ampliare il numero dei garantiti, a causa di mancanza di copertura finanziaria.

L’intendimento di aumentare il numero delle persone da tutelare è stato ribadito dal Ministro del lavoro Elsa Fornero, con un’operazione che dovrebbe aver luogo proprio in sede di Legge di Stabilità, modificando l’emendamento precedentemente bocciato dalla Commissione bilancio della Camera, sulla linea di quanto ancor prima fatto dalla Ragioneria Generale dello Stato. Ma una sua eventuale approvazione non potrà che avvenire a saldi invariati. In queste ore il Governo è alla ricerca di risorse per fornire l’adeguata copertura all’operazione, avvalendosi della collaborazione dei due relatori di maggioranza per la Legge di Stabilità, Baretta (PD) e Brunetta (PdL).  Una soluzione verrà, probabilmente, presentata domani con la formulazione di un nuovo emendamento sul tema.

Il problema, come spiegato il 7 novembre dal Sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo in audizione proprio alla Commissione bilancio della Camera durante l’esame del ddl, è che nessuno conosce il numero esatto degli esodati (dichiarazione che non trova d’accordo Giuliano Cazzola, Vicepresidente della stessa Commissione in quota PdL). Secondo quanto dichiarato da Polillo, il Governo attribuisce alla risoluzione della vicenda degli esodati la massima importanza, ma “sussistono oggettive difficoltà in ordine alla esatta quantificazione degli oneri a causa della mancata conoscenza della platea definita e circoscritta dei destinatari degli interventi”.

Allo studio, secondo Il Sole 24 Ore del 9 novembre, ci sarebbe l’ipotesi di ricorrere a un meccanismo di autofinanziamento del “Fondo esodati” previsto dal disegno di legge di Stabilità ma attualmente “forte” di soli 100 milioni di euro, puntando in particolare su risorse che – si stima – rimarranno inutilizzate sugli oltre 9 miliardi già stanziati per le 130.000 persone salvaguardate.

Di questi ultimi, i primi 65.000 furono coperti da un decreto interministeriale di giugno ed altri 55.000 dalla legge sulla Spending Review approvata ad agosto. Gli ultimi 10.000 si sono aggiunti per effetto della cosiddetta “finestra mobile” predisposta nel 2010 dall’ex Ministro del lavoro Maurizio Sacconi, in forza della quale la data di pensionamento venne posticipata di 12 mesi dalla data effettiva di maturazione del diritto.

Ma la platea dei lavoratori esodati è più consistente ed oggetto di un continuo balletto di cifre. Solo l’ultima verifica effettuata dall’Inps su quanti rientrano nel primo scaglione dei 65.000 ha fatto emergere 8.977 casi aggiuntivi.

Per non parlare del problema monetario per le casse dello Stato. Per la risoluzione della spinosa questione, limitatamente ai primi 120.000 soggetti tutelati l’erario ha già dovuto predisporre un piano di stanziamento di fondi pari a 9 miliardi di euro per il periodo 2013-2020: si tratta di 5 miliardi per coprire i primi 65.000 nell’arco temporale 2013-2019 e di altri 4 per i successivi 55.000 nel periodo 2014-2020.

Di fronte a tali numeri, appare del tutto evidente che i 100 milioni di euro finora stanziati per il “Fondo esodati” relativamente all’anno 2013 sono ampiamente insufficienti. Ma alla luce delle ultime vicende è altrettanto chiaro che, nonostante la volontà di aumentare la dotazione del Fondo, la ricerca di risorse supplementari appare poco più facile di ottenere la quadratura del cerchio.

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