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Ma prima di tutto ci si chiede: chi sono i nullatenenti? Chi può definirsi tale?
Analizziamo nel dettaglio le categorie di soggetti che, effettivamente, devono temere un pignoramento.
Il nullatenente è un soggetto privo sia di reddito che di patrimoni: è un disoccupato, non percepisce alcun guadagno, e non è titolare di alcun bene, né mobile né immobile. Tra questi, è incluso anche il conto corrente, che è indice di esistenza del reddito.
Quali sono i beni non soggetti a pignoramento?
Verosimilmente, per la sopravvivenza, il soggetto de quo sarà in possesso di beni necessari: questi sono gli indumenti, la biancheria, un tavolo per i pasti, beni che, tuttavia, risultano impignorabili dal Fisco, in virtù della loro essenzialità. All’elenco dei beni sottratti al pignoramento, si aggiungo anche la fede nuziale, eventuali oggetti di culto, i letti, il frigorifero, la lavatrice, cucina e armadi.
Forse non è più così raro, al giorno d’oggi, imbattersi in situazioni di questo tipo, crescendo il numero di realtà di indigenza: queste riguardano sempre più anche cittadini italiani.
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Oltre a questi casi estremi, inoltre, anche nelle situazioni relativamente più “rosee” è possibile evitare di incorrere nel pignoramento di quei beni strumentali al proprio mantenimento: ad esempio, sono impignorabili gli immobili inseriti nel fondo patrimoniale, i 4/5 dello stipendio, i beni necessari all’esercizio della professione o dell’impresa e l’auto necessaria a svolgere il proprio lavoro.
Al di fuori dell’ambito qui delineato, i cittadini sono costretti a pagare i propri debiti, anche mediante la dazione di beni.
Quando un nullatenente è soggetto a pignoramento?
In aggiunta, è ovvio che la situazione momentanea di indigenza non estingue, di per sé, il debito contratto nei confronti di Equitalia. Pertanto, non appena il soggetto diverrà titolare di beni pignorabili o di un reddito, l’ente di riscossione procederà al saldo. Ciò sempre che il credito non sia andato in prescrizione.
La prima casa è pignorabile?
La prima casa non è pignorabile da parte di Equitalia, ma lo è da parte di creditori privati, incluse le banche.
Gli accertamenti di Equitalia
Dinanzi ad Equitalia, non è sufficiente dichiarare di essere nullatenenti. Infatti, l’ente di riscossione, potrà in ogni modo avviare indagini volte all’accertamento della veridicità delle dichiarazioni del soggetto. Ciò su autorizzazione del Presidente del Tribunale tributario.
Gli strumenti che ha a disposizione sono anche molto invasivi, come ad esempio l’accesso ai conti correnti e all’anagrafe tributaria. Ciò sarà tanto più giustificato quanto più i debiti del soggetto saranno ingenti.
Sono sempre salvi, inoltre, i controlli volti ad accertare che il debitore non abbia sagacemente compiuto atti di trasferimento di beni propri pignorabili negli ultimi cinque anni. In caso di esito positivo delle ricerche, i trasferimenti saranno revocabili ed i beni riacquisiti pignorati.
Le sanzioni penali
In questi casi, la sanzione penale applicabile è elevata: ciò in quanto con comportamenti simili si integrano anche vere e proprie fattispecie di reato: prima fra tutte, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per cui si rischia la reclusione da 6 mesi a 4 anni, qualora la somma del debito non saldato sia superiore ai 50 mila euro.
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