Elezioni regionali Lazio, Consiglio di Stato sospende sentenza Tar

Redazione 16/11/12
Elezioni in Lazio, non è ancora detta l’ultima parola. A soli due giorni dall’indizione, la data del voto per il nuovo Consiglio regionale torna in bilico.

Stavolta, a mettere in serio pericolo la decisione presa dal Ministero dell’Interno, che ha varato l’election day regionale in Lombardia, Molise e Lazio per il 10 e 11 febbraio 2013, è direttamente il Consiglio di Stato.

Palazzo Spada ha infatti accolto il ricorso presentato dalla dimissionaria giunta della Pisana, che aveva annunciato l’impugnazione della sentenza del Tar, emanata nei giorni scorsi, la quale obbligava Renata Polverini e i suoi a decidere la data elettorale entro il termine perentorio di 5 giorni.

Ora, però, tutto torna in discussione. Non è bastato che a decretare l’election day sia stata Anna Maria Cancellieri in persona, pur nella piena facoltà dei governatori uscenti di scegliere liberamente il giorno più adatto, ma senza oltrepassare il limite dei 90 giorni dalle dimissioni, comunque.

Anche la stessa Polverini, via Twitter, aveva confermato le giornate fissate dal Viminale, annunciando, in aggiunta, che l’assemblea della Regione Lazio sarebbe stata “dimagrita” da 70 a 50 consiglieri.

Tutto vano, dunque, almeno per ora. Nonostante le conferme, infatti, Renata Polverini non ha ritirato l’esposto a Palazzo Spada, che, a questo punto, avendo accolto l’istanza, sospende la sentenza del Tar, che imponeva, peraltro, di svolgere la consultazione elettorale entro fine 2012.

A prendere la decisione, per il Consiglio di Stato, la V Sezione via decreto presidenziale firmato dal presidente Stefano Baccarini, che ha sancito la sospensione provvisoria della sentenza appellata.

Ora, le parti si rivedranno per la discussione il prossimo 27 novembre, data in cui si inizierà a capire se il calendario elettorale resterà invariato o se ci saranno modifiche alle scadenze in tempo utile.

Secondo Palazzo Spada, “la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della presidente della Regione ovvero del Commissario ad acta in via sostitutiva arrecherebbe all’appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l’esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che il provvedimento potrebbe avere”.

Insomma, i giudici amministrativi non hanno negato che “ricorre un caso di estrema gravità e urgenza, in relazione al fine di evitare che la pronuncia collegiale sulla domanda cautelare intervenga quando le situazioni soggettive edotte in giudizio sono state pregiudicate ed anche all’esigenza che il procedimento elettorale abbia inizio con un provvedimento dotato di stabilità”

Questo è certamente un colpo a favore del Popolo della Libertà, che, proprio in queste ore, sta chiedendo a gran voce un accorpamento delle elezioni politiche e di quelle regionali.

In questo modo, infatti, i tempi per un pronunciamento finale da parte del Consiglio di Stato potrebbero far slittare ulteriormente l’attesa del voto in regione, alzando sensibilmente, così,  le quotazioni sull’unione delle due chiamate alle urne.

 

Redazione

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