Nella indifferenza quasi generale – solo una manciata di testate finora se ne è occupata – numerosi osservatori concordano: una delle prossime forze politiche a nascere in Italia sarà proprio una lista dai princìpi e candidati interamente musulmani.
Che non si tratti dell’uscita di qualche buontempone, ma di un progetto politico tutt’altro che improvvisato, lo testimoniano i primi passi, che potrebbero portare, entro poche settimane, alla creazione di una vera e propria Costituente islamica.
Ispiratore del progetto è Hamza Roberto Piccardo, editore e scrittore di fede musulmana tra i più noti ed attivi nel nostro Paese, traduttore ufficiale dell’edizione italiana del Corano e già esponente di varie organizzazioni sia a livello nazionale che europeo. Tra gli anni ’90 e il 2007 ha ricoperto vari incarichi all’interno dell’Ucoii – l’Unione delle comunità islamiche – risultando tra i fondatori del Consiglio islamico nazionale e rivestendo il ruolo di portavoce per l’Europe Muslim Network.
Alla sua opera, principalmente, si deve la nascita della rete “Costituente islamica”, progetto in via di costruzione su web e social network, che non si accontenta di fare da punto di raccordo sul territorio italiano, ma intende portare la voce dei musulmani d’Italia nel cuore delle istituzioni.
Il manifesto pone tra i suoi obiettivi quello di eleggere innanzitutto un’assemblea rappresentativa di 100 uomini e donne di comprovata fede, così da avanzare richiesta formale alla Presidenza del Consiglio per un’intesa basata sull’articolo 8 della Costituzione. Senza timori, viene annunciato che una volta operativa, l’assemblea opererà “politicamente” per avviare la proposta di una vera e propria legge. E non è tutto: in prospettiva, verranno aperti veri e propri gruppi di studio su temi di capitale importanza, come i luoghi di culto, l’insegnamento religioso, l’alimentazione e i cimiteri. Insomma, argomenti che riguardano ogni comunità religiosa ma che, quando si parla di Islam, generano accese e infinite discussioni un po’ ovunque, dai bar, ai giornali, ai social, per finire ai talk show televisivi.
È in ragione di ciò, sicuramente, che tra i punti fermi della Costituente islamica, viene citata apertamente la società italiana “di cui si sente parte” e con cui intende perseguire “pace e dialogo costante”. Viene inoltre messo in chiaro come prerequisito alla partecipazione attiva sia la netta “rinuncia alla violenza politica”.
Insomma, scenari che sembrano il preludio alla comparsa del simbolo del primo Partito islamico italiano, magari già sulla scheda delle prossime elezioni. Un evento certo clamoroso, che però non stonerebbe nel panorama continentale, dove il sindaco di una delle principali capitali – Londra – è musulmano, mentre in Olanda un partito di ex laburisti di nazionalità turca ha recentemente ottenuto 3 seggi in Parlamento.
Ma quanti consensi potrà ottenere un partito di tale ispirazione nel tessuto italiano?
Secondo la ricerca pubblicata da Ismu nel 2016, i musulmani sotto le Alpi sarebbero 2,6 milioni, di cui 900mila italiani e dunque in possesso del diritto di voto anche alle elezioni politiche. Si tratta di una cifra molto vicina alla soglia minima del 3%, necessario per entrare addirittura alla Camera dei deputati.
Al momento, sembra piuttosto improbabile che un simile traguardo possa essere raggiunto in tempi così brevi, ma la macchina politica dell’Islam in Italia è in pieno movimento e nessun attore, politico o istituzionale, può a questo punto permettersi di ignorarlo.
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