PD – Il partito di Bersani, in caso di vittoria, vuole aumentare la spesa per l’istruzione dall’odierno 4,9% sul Pil al 6,3% di media Ocse; l’idea è quella di investire a partire dagli asili nido toccando tutte le scuole di ogni ordine e grado. Si punta sul reintegro del tempo pieno nelle elementari mentre per le superiori l’obiettivo è inserire un biennio identico per tutti e al potenziamento dell’istruzione tecnica. Nella futura legislatura il Pd mira a cominciare da un pianificazione straordinaria contro la dispersione scolastica, varando soluzioni concrete e praticabili per il diritto allo studio, ma non trascurando gli investimenti sulla ricerca avanzata nei settori principali e a più alto contenuto d’innovazione.
SEL – Il partito di Nichi Vendola, governatore della Puglia e alleato del candidato premier Bersani, considera necessario un graduale ma costante aumento dell’investimento pubblico per l’istruzione, per recuperare i tagli e riportare l’Italia ai livelli della media dei paesi UE (oltre 6%). Alle proposte del Pd aggiungerebbe un’articolazione del percorso di studi che preveda due cicli lunghi e che l’obbligo scolastico sia fissato a 18 anni.
PDL – Il partito di Silvio Berlusconi punta ad aumentare il livello di autonomia di ogni istituto nella selezione dei docenti, degli organici e della gestione dell’offerta formativa. Una novità è rappresentata dall’abbassamento a 5 anni dell’inizio del percorso educativo e una priorità deve essere la valorizzazione dell’inglese come lingua di insegnamento nei corsi di laurea. Tra gli obiettivi c’é anche quello di migliorare il rapporto scuola-impresa anche mediante il sostegno dei percorsi di formazione professionale, seguendo il modello delle scuole tecniche tedesche.
LEGA NORD – Gli alleati del Pdl credono che sia necessario accertare il massimo sostegno alla scuola non statale, incentivando così la concorrenza tra istituti scolastici, non solo ma sono anche favorevoli a rilanciare pure le “classi ponte” per gli studenti stranieri.
LISTA MONTI Il presidente del consiglio uscente, il professor Mario Monti, vuole mettere a disposizione della scuola nuove risorse per una somma vicina agli 8 miliardi di euro, che verranno erogati nell’arco della legislatura. La promessa di questi finanziamenti non è però campata in aria; il progetto per la scuola messo a punto da Scelta Civica, infatti, si fonda su quattro leve principali: autonomia reale e risorse certe; valutazione e miglioramento della qualita’; nuove politiche per il personale; sostegno alle famiglie e diritto allo studio. Oltre ad esse ci sono anche quattro priorità cui Monti intende far fede: incrementare i livelli di apprendimento degli studenti e diminuire la diversità dei risultati tra le scuole; potenziare istruzione tecnica e professionale, orientamento al lavoro e mobilita’ studentesca; edilizia scolastica; apprendimento permanente.
MOVIMENTO 5 STELLE – Il movimento di Beppe Grillo punta sull’abolizione del valore legale del titolo di studio, insegnamento obbligatorio dell’inglese a cominciare dall’asilo, abolizione della legge Gelmini, risorse finanziarie dello Stato destinate solamente alla scuola pubblica, diffusione obbligatoria di internet nelle scuole, graduale sostituzione dei libri cartacei con quelli digitali, accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie. Il movimento 5 stelle promette anche lo sviluppo delle strutture di accoglienza degli studenti e investimenti nella ricerca.
FERMARE IL DECLINO – anche il movimento di Oscar Giannino, “Fare per fermare il declino”, punta sull’abolizione del valore legale del titolo di studio, c’è poi la volontà di accrescere la concorrenza fra istituzioni scolastiche e potenziare la selezione meritocratica di docenti e studenti.
RIVOLUZIONE CIVILE – Il movimento di Antonio Ingroiasi fa sostenitore del principio di difendere la scuola pubblica, che deve valorizzare gli insegnanti e altrettanto deve fare l’università con gli studenti, a questo si lega inevitabilmente il rilancio della ricerca scientifica pubblica che deve essere libera dall’influsso del potere economico dei privati.
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