Elezioni: una legge elettorale per tutti e non per pochi

Angelo Corbia 09/06/15
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Alle Elezioni partecipano ora esclusivamente i partiti politici. Teoricamente, questo criterio è giusto, poiché un partito politico dovrebbe avere una ideologia a tutto campo che gli consente di progettare l’evoluzione del funzionamento e della struttura sociale della Nazione nel lungo periodo.

In pratica, però, le cose vanno diversamente: gli Eletti infatti operano in gruppi contrapposti che si bloccano reciprocamente ritardando ogni decisione, anche giusta. Non solo: gli Eletti operano talvolta anche per il proprio interesse personale.
Il peggio è dato dal fatto evidente che i problemi dei Cittadini risultano essere sempre perdenti a fronte dei problemi “politici”.
In altri termini, possiamo vedere l’insieme dei partiti politici come un’unica corporazione, costituita da professionisti della politica che difendono esclusivamente il proprio potere e i propri privilegi. Contro questo atteggiamento, abbiamo tutti ben constatato che a nulla valgono le sollecitazioni e le proteste della cittadinanza.
Per eliminare questa deriva morale dei partiti politici esiste un solo metodo: togliere ai partiti il monopolio delle Elezioni.

Per togliere ai partiti il monopolio delle Elezioni c’è un solo modo: aprire la candidabilità alle Elezioni non solo ai partiti politici (che chiameremo da ora associazioni politiche), ma anche ad associazioni di altra natura (associazioni culturali, professionali, di artigiani, di agricoltori, di aziende, sindacali, religiose, ecc).

Le associazioni nascono normalmente in quanto esiste almeno un problema più o meno diffuso nella società, che chi si associa ha bisogno di risolvere.
Se una associazione può mandare uno o più rappresentanti nel Parlamento, allora quella associazione ha l’effettiva probabilità di risolvere almeno uno dei problemi dei propri soci.
Lo sviluppo dell’associazionismo (ovvero la crescente consapevolezza che è realmente possibile, partecipando ad una associazione, risolvere dei problemi) diventa uno dei benefici che il sistema qui proposto può produrre.

Gli Eletti sono vincolati alla missione ricevuta dall’associazione di provenienza. Chi tradisce tale missione verrà immediatamente espulso con l’accusa di tradimento della fiducia dei Cittadini e non potrà mai più ripresentarsi a nessuna Elezione successiva.

Ecco dunque come si svolgeranno le Elezioni: il Cittadino che intende candidarsi verserà nell’Ufficio Elettorale del proprio Municipio la quota d’iscrizione (uguale su tutto il territorio nazionale e che serve a bilanciare le spese del Municipio per l’organizzazione delle Elezioni).
Il Cittadino può iscriversi anche presso altri Municipi versando le relative quote d’iscrizione.
La Cancelleria del locale Tribunale esclude tutti coloro che hanno subito condanna penale o che siano stati espulsi dal Parlamento per tradimento della fiducia dei Cittadini e rilascia, per ogni candidato, un attestato di candidabilità.

L’Ufficio Elettorale, organizzato presso l’Ufficio Giustizia presente presso ogni Municipio, procede alla redazione di tre fogli elettorali, che potranno avere la forma di seguito abbozzata (un candidato può apparire in una sola delle liste):

CANDIDATI AL PARLAMENTO NAZIONALE
nome e cognome anno di nascita località di residenza eventuale associazione di provenienza problemi da affrontare e criteri di soluzione

CANDIDATI AL PARLAMENTO REGIONALE
nome e cognome anno di nascita località di residenza eventuale associazione di provenienza problemi da affrontare e criteri di soluzione

CANDIDATI A SINDACO
nome e cognome anno di nascita località di residenza eventuale associazione di provenienza problemi da affrontare e criteri di soluzione

L’Ufficio Elettorale del Municipio predispone gli elenchi dei candidati in ordine alfabetico:
– l’elenco dei CANDIDATI AL PARLAMENTO NAZIONALE verrà inviato all’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia nazionale;
– l’elenco dei CANDIDATI AL PARLAMENTO REGIONALE verrà inviato all’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia regionale;
– l’elenco dei CANDIDATI A SINDACO resta presso l’Ufficio Elettorale del Municipio.

L’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia nazionale creerà un unico elenco, che verrà pubblicato sul sito internet del Governo nazionale.
L’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia regionale creerà un unico elenco, che verrà pubblicato nel sito internet del Governo regionale.
L’Ufficio Elettorale presso l’Ufficio Giustizia del Municipio pubblicherà l’elenco dei candidati a Sindaco nel sito internet del Municipio.
I 3 elenchi potranno essere stampati e spediti, con tassa a carico, a chi ne farà richiesta.

Qui finisce la campagna elettorale istituzionale.

Naturalmente, chi ha la possibilità, è libero di organizzare convegni, interviste ed altro.

Il Sindaco provvede ad allestire le sedi delle votazioni, nelle quali dovranno essere ben visibili i tre elenchi descritti.

Al termine delle Elezioni, l’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia nazionale riceve gli elenchi dei CANDIDATI VOTATI AL PARLAMENTO NAZIONALE da tutti i Municipi della Nazione e provvede a farne un unico elenco:
– il più votato tra i candidati al Parlamento nazionale diventa Presidente della Repubblica;
– degli altri candidati diventeranno parlamentari nazionali uno ogni 200.000 abitanti, quindi circa 300 persone;

l’Ufficio Elettorale presso il Ministero della Giustizia regionale riceve gli elenchi dei CANDIDATI VOTATI AL PARLAMENTO REGIONALE dai Municipi della Regione e provvede a farne un unico elenco:
– il più votato tra i candidati al Parlamento regionale diventa Presidente regionale;
– degli altri candidati diventeranno parlamentari regionali uno ogni 200.000 abitanti;

l’Ufficio Elettorale presso il Municipio può procedere senz’altro alla nomina del Sindaco.

Tutte le cariche durano tre anni, al termine dei quali vi saranno nuove elezioni.
Si ritiene infatti che tre anni siano sufficienti ad un Eletto per risolvere, o almeno avviare a soluzione, uno dei problemi per cui è stato eletto.

Durante i tre anni, ogni Eletto riceverà un compenso mensile non superiore, p.e., a 10 volte la minima pensione sociale. Durante la sua missione, nessun Eletto può svolgere altra attività. Al termine della missione, gli Eletti hanno diritto a riprendere il proprio posto di lavoro se dipendenti, oppure riceveranno ancora per un anno il compenso al fine di ripristinare la propria attività.
Se l’Eletto si assenta, il suo compenso verrà ridotto di 1/20 del compenso per ogni giorno di assenza.

Solo i Presidenti avranno scorta armata e auto blindata. Nessun Eletto ha diritto a privilegi, buonuscite, vitalizi, auto blu, pagamenti a piè di lista per più o meno vere attività istituzionali, ecc.
Se l’Eletto ha particolari esigenze, dovrà provvedere con i propri mezzi o con l’aiuto dell’associazione di provenienza.

E’ finalmente chiarito in via definiva che le associazioni (politiche o di altra natura) si finanzieranno esclusivamente con le quote dei propri iscritti e col ricavato dalla partecipazione dei Cittadini a corsi, convegni od altro; altra possibilità di introito sono le eventuali donazioni.
In altri termini, un’associazione si forma e lavora solo se dispone di un buon numero di Cittadini disposti a collaborare attivamente e/o economicamente.

Angelo Corbia

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