Malgrado, in questi giorni, si parli ben poco delle questioni europee, e dei temi di interesse prioritario per il destino dell’Unione e dei suoi abitanti, i vari partiti hanno stilato un programma più o meno dettagliato per cambiare questa Europa che, così com’è, non soddisfa ormai più nessuno.
A questo proposito, il MoVimento 5 Stelle, nelle elezioni che segneranno il suo debutto al Parlamento europeo, ha messo a punto un manifesto articolato in alcuni punti che segnano il suo piano di intervento una volta insediato al Parlamento europeo.
Cosa farà il MoVimento 5 Stelle in Europa
Come riportato sul portale del partito di Beppe Grillo, i punti principali che il M5S intende realizzare una volta approdato a Strasburgo, sono i seguenti:
Abolizione del fiscal compact
Adozione degli eurobond
Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune
Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo deficit di bilancio
Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni
Abolizione del pareggio di bilancio
Referendum per la permanenza nell’euro
Dunque, i grillini confermato la propria vocazione europeista con le seguenti parole: “siamo l’unica formazione davvero europeista: esattamente il contrario opposto a ciò che affermano i professionisti al soldo della cupola mediatica. Infatti il PD, Forza Italia, Lega Nord, agitano solo slogan demagogici generici, basati sui trend correnti, tentando di cavalcare il disagio sociale”.
I candidati di Beppe Grillo
Per le elezioni imminenti, il MoVimento 5 Stelle non ha optato per nessuno dei gruppi esistenti e non si fa promotore di nessuna candidatura in particolare per la presidenza della Commissione europea, diversamente da Pd e Scelta europea.
Al seguente link, sono disponibili i profili di tutti i candidati al Parlamento europeo per il MoVimento 5 Stelle suddivisi per circoscrizione. Ricordiamo, infatti, che nelle elezioni europee è consentita, oltre alla preferenza sul simbolo, anche l’indicazione di massimo tre rappresentanti. per la legge sulle pari opportunità, in caso di tre nomi indicati, dovranno essere rappresentati tutti e due i generi, pena l’annullamento della terza preferenza.
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