Le percentuali dei voti tuttavia mantengono in testa la coalizione di centro sinistra con il 31,63% contro il 30,72% del centro destra e il 23,72 di Grillo, Monti racimola invece il 9,13%. La ragione di questa dicotomia sta nella Legge elettorale “Porcellum” voluta dal centro destra che subordina la maggioranza al Senato in relazione ai voti ottenuti nelle singole regioni.
Di fronte a questa realtà il Presidente della repubblica si trova ad affrontare una situazione inedita per il nostro sfortunato Paese: un Parlamento dove alla Camera risulta vincente il centro sinistra (anche se al di là del premio di maggioranza il margine percentuale tra Pd e Pdl rimane davvero sottile), mentre al Senato non esiste coalizione vincente.
A chi affidare l’incarico e per fare cosa? Dai numeri emerge un Paese ingovernabile in quanto non esistono prospettive basate su alleanze praticabili, oppure se esistono, sono insufficienti numericamente.
Non sembra ipotizzabile una coalizione formata dal centro sinistra e dal Movimento Cinque Stelle in quanto il suo leader ha già sentenziato che non predefinirà alleanze con nessuno; così come non è praticabile un’alleanza fra il centro sinistra e il centro destra considerando l’incompatibilità dei rispettivi obiettivi. L’unica che ad oggi si prospetta possibile è quella che vede coinvolti il centro sinistra e Monti ma la somma dei rispettivi seggi non raggiunge comunque il quorum per governare.
Dalle ultime affermazioni di Enrico Letta, vicesegretario del PD che ha detto che “sono da scongiurare nuove elezioni” e di Monti che ha precisato che “adesso un governo al Paese va garantito”si potrebbe comunque dedurre che la strada che, a ragion di logica porta dritto a nuove elezioni, non sarebbe inevitabile.
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