Il ministero dell’Interno, dati alla mano, posiziona il leader Cinque Stelle al 25,28% al Senato e al 28,79% alla Camera, a fronte delle coalizioni maggiori (Pd e Pdl) che attestano rispettivamente al 34,93% e 26,29% (Senato) e al 34,74% e 22,23% (Camera). Da solo il Partito Democratico conta, al momento, 43.362 voti per la Camera e 940.309 per il Senato. I voti “di protesta” si aggirano intorno a 51.489 per la Camera e 754.147 per Palazzo Madama.
Sul confronto, per così dire, destrorso i numeri risuonano ancora più implacabili, segnando una netta presa di terreno da parte del movimento grillino: l’azione Cinque Stelle segna alla Camera un 28,22% contro un 18,12% ora toccato dal Pdl, anch’esso preso singolarmente, ed un 24,65% contro un 20,05% al Senato.
La sfida lanciata dal comico-politico genovese di cambiare le fondamenta dell’Italia proprio a cominciare dal radicale rinnovamento politico sembra dunque essere attecchita con largo seguito tra gli elettori nostrani. Un movimento nato dal basso, mossosi tra le Piazze e le strade cittadine, proiettato in Rete ed avulso alla tv, con tanto di slogan e moti di richiamo ‘sovvertivo’ sembra dunque avvicinarsi a risultati quanto meno sorprendenti.
Che le vecchie e tradizionali coalizioni partitiche siano davvero passate alla storia resta evidenza remota e confutata, tuttavia l’ebrezza di un’ondata nuova sembra attraversare le classi dirigenti nazionali e pare che il vento favorevole tiri proprio a favore di Grillo.
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