Eia Eia Alalaà! Dall’Abissinia alla Padania con furore!

Roma, Palazzo Venezia, 2 ottobre 1935.

Eia eia alalà!”, gridò al devoto popolo l’amato Duce. E la folla in delirio rispose “faccetta nera, piccola abissina, sarai nostra da qui all’eternità!” .

I balilla, gonfi di orgoglio, piroettarono pregustando la conquista degli schiavi africani e le donne, fertili nutrici del fascio in festa, offrirono ai virili gerarchi il loro ventre supplicando il fulmineo concepimento degli italici eroi alla conquista dell’impero italo-etiopico.

Vicenza, 4 dicembre 2011.

«Indipendenza e guerra ai romani … Secessione!» urla Roberto Calderoli ai fedeli austro-ungarici chiamati a raccolta.

Occhi rossi di euforia strabuzzanti dalle orbite, muscoli addominali esondati dalla camicia di seta bergamasca, disseppellimento di scia di guerra contro Roma e quei terronici abbacchi ingrassanti proditoriamente offerti in territorio nemico al solo fine di minare il suo scultoreo fisico gotico.

«Il parlamento padano – continua il nostro “verde” (di speranza, di bile o di ittero vagante in zona cerebrale?) – si riunirà una volta al mese, e a fare il culo a Monti in Parlamento ci sarà Maroni, che sarà il nostro ambasciatore a Roma».

Linguaggio forte e nerboruto, appreso sui libri di Alessandro Manzoni e diretto senza mezzi termini ai rivali stranieri; primi tra questi l’infame razza dei giornalisti, padanamente ribattezzati «stronzi che parlano, anzi ragliano».

Dalle corna del sacro elmetto di un miliziante sul carroccio si intravedono i parlamentari padani: il patriarca Umberto Bossi, già Ministro per le Riforme del Governo Italiano, con il principe ereditario Renzo Trota; il neo ambasciatore padano, ex Ministro degli Interni di Roma, Roberto Maroni; il neo parlamentare padano, ex Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Italiano, Roberto Castelli; ed altri ed altri ancora, tutti meticci italo-padani.

La Padania vincerà – proclama l’unnico Bossi – lo Stato italiano ha perso la partita”.

 Questi sono i geni che ci eravamo scelti come governanti !

Questi sono quelli che abbiamo votato, dall’Etna alle Alpi !

Questi sono coloro che abbiamo pagato, strapagato, fatto viaggiare sulle nostre macchine blu, alloggiato nelle nostre suite romane, mantenuto come nababbi !

E questi sono quelli a cui – tuttora – permettiamo tutto questo !

Sul piano giuridico:

– esiste un articolo 290 del codice penale che punisce (oggi purtroppo con una sola ammenda, anche grazie a questi gentiluomini padani ed alla Legge 85/2006 da loro proposta) “chiunque vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte Costituzionale”;

– esiste un articolo 291 del codice penale che punisce chi “pubblicamente vilipende la nazione italiana”;

– dovrebbe esistere la possibilità di una espulsione immediata dal Parlamento Italiano – leggi “a calci nel sedere” – di chi rema contro lo stesso Parlamento;

– dovrebbe esistere una revoca immediata dello stipendio nei confronti di chi opera in palese conflitto di interesse e contro la stessa Istituzione che lo mantiene;

– dovrebbe esistere un muro di cemento armato simil-Berlino che impedisca a questi soggetti l’ingresso di tipo fisico in territorio italiano…

Franzina Bilardo

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