Il sistema sembra promettere bene. L’idea di dividere i contatti in “cerchie” è buona. Facebook è troppo omogeneizzante, Google+ consente invece di organizzare cerchi separati con cui condividere informazioni diverse. Nello stesso tempo, Facebook ci costringe a forzate “condivisioni” di amicizie, laddove Google+ (copiando da Twitter) ci lascia liberi di “seguire” chi vogliamo, senza l’obbligo della (spesso solo apparente) reciprocità.
Insomma, da un mondo virtuale popolato di (finti) amici, si passa ad un mondo in cui io sono (sì) nella cerchia di Tizio, ma non so in quale tipo di cerchia (in quella degli “amici” o… in quella dei “rompiscatole”?).
Rimane importante – come già in Facebook – la spendita delle identità: ci si mette la faccia su Google+ … le brutte figure non sono virtuali, sono reali!
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