Ancora poche settimane, e poi la riforma della giustizia dovrebbe arrivare alla conclusione del suo iter, anche se, al momento, non è ancora arrivato l’ok in aula nemmeno per la prima lettura.
Ora, a esaminare il testo è infatti il Senato, che valuterà eventuali emendamenti e correzioni al provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 settembre, ma ancora, in gran parte non operativo per via delle disposizioni transitorie che lasciano inalterato lo status quo fino all’approvazione definitiva.
Tra le novità in arrivo, pare ormai certo l’allargamento della norma inerente la negoziazione assistita, introdotta nella versione originaria del decreto, anche alle coppie senza figli.
Pensata inizialmente solo per i coniugi in via di separazione anche per i figli maggiorenni, infatti, la norma che affida agli avvocati difensori – così come all’ufficiale di stato civile – di chiudere la pratica del divorzio in caso di accordo tra le parti, dovrebbe venire estesa anche ai matrimoni che non hanno portato alla nascita di alcun figlio.
L’accordo sarebbe stato sancito in commissione Giustizia tra gli esponenti del Partito democratico e di Nuovo centrodestra, la formazione politica guidata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, dopo la fuoriuscita da Forza Italia quando questa è risorta dalle ceneri del Pdl.
E non è tutto: nell’emendamento che dovrebbe essere accorpato al testo prima della votazione in Senato, dovrebbe rientrare la possibilità di ricorrere alle procedure semplificate per la separazione anche ai coniugi con figli minori, o maggiorenni con gravi disabilità. L’unica condizione, sarà il benestare del tribunale competente all’adozione della “scorciatoia” della negoziazione.
In ogni caso, ha precisato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, si tratterà sempre di un passaggio solo in fase amministrativa, che chiuderà la vertenza con tempi anticipati rispetto alle attuali lungaggini finali.
Vai al testo del decreto di riforma della Giustizia
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