La risposta all’interrogativo è positiva.
La decisione di passare dalla comunione alla separazione dei beni si verifica, sempre più spesso, quando i coniugi decidono di avviare la procedura di separazione personale.
Si badi bene: la separazione dei beni non comporta la separazione dei coniugi.
Vediamo l’iter da seguire per passare dalla comunione dei beni alla separazione dei beni.
Quando si contrae matrimonio i coniugi che non optano per alcun regime patrimoniale automaticamente decidono per il regime di comunione dei beni.
E’ possibile modificare tale regime patrimoniale recandosi da un notaio.
Occorre innanzitutto l’accordo dei coniugi di voler modificare il regime patrimoniale: difatti, è impossibile che uno dei due proceda ad attivare questa operazione all’insaputa dell’altro, il quale ne deve essere informato.
A questo punto il notaio provvede, alla presenza di due testimoni, a redigere l’atto notarile nel quale va ad inserire la volontà dei coniugi di voler trasformare il proprio regime patrimoniale passando dalla comunione alla separazione. Il costo di tale operazione si aggira all’incirca ad € 1.500,00.
Il notaio provvederà,poi, a far annotare tale scelta sull’atto di matrimonio in modo che sia opponibile a tutti, compresi i creditori. Se sussistono i presupposti, tale passaggio comunione – separazione dei beni deve essere annotato a margine della trascrizione effettuata nei registri immobiliari e dei beni mobili registrati.
Chi scrive ritiene necessario sottolineare che tale passaggio di regime patrimoniale non ha valore retroattivo.
Che significa?
Non sana le situazione precedenti, ma ha il solo effetto di modificare per il futuro il regime patrimoniale.
In che modo? Semplicemente indicando la data sino alla quale decorre/ si mantiene in vita il regime patrimoniale della comunione e una data dalla quale decorre il regime patrimoniale di separazione.
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