L’Agenzia ha voluto comunicare ai contribuenti l’imminente invio di lettere in cui invita a sanare eventuali errori commessi in fase dichiarativa. Ha inoltre voluto spiegare come fare per regolarizzarli. Ecco il senso della guida pratica pubblicata sul sito web e scaricabile da tutti in formato Pdf.
Vediamo quindi in breve a chi viene inviata la lettera, le modalità di invio, i contenuti, cosa fare quando la si riceve e come regolarizzare gli errori commessi.
Regolarizzazione errori: lettere in arrivo dal Fisco
L’Agenzia delle entrate, in linea con l’obiettivo di una pace fiscale con i contribuenti, ha predisposto e sta inviando vari tipi di comunicazioni: dalle lettere per ricordare gli adempimenti dichiarativi a quelle indirizzate ai contribuenti titolari di partiva Iva.
La Guida in pdf predisposta spiega come fare quando si riceve in buchetta la comunicazione destinata alle persone fisiche per invitarle a verificare se nella dichiarazione annuale dei redditi hanno indicato correttamente tutti i dati reddituali.
Speciale Modello 730
Cos’è la lettera di compliance per regolarizzare errori
La lettera di compliance non è un accertamento, né tantomeno una cartella. È solo un invito ai contribuenti a verificare i dati inseriti nella propria dichiarazione, secondo quanto risulta al Fisco, allo scopo di segnalare eventuali discrepanze o regolarizzare prima che parta l’accertamento vero e proprio.
In questo modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso.
Una sorta di “collaborare prima combattere”.
Leggi “Dichiarazione redditi 2019: regole e novità dei modelli definitivi”
Regolarizzazione errori: a chi viene inviata la lettera
Come specificato nella Guida, la lettera viene inviata ai contribuenti che, secondo quanto risulta all’Agenzia delle Entrate, non avrebbero dichiarato, o lo avrebbero fatto in modo parziale, un reddito derivante da un contratto di locazione di un immobile, un reddito da lavoro dipendente, un reddito di partecipazione in società, ecc.
Come specificato nelle pagine della Guida, le comunicazioni sono inviate ai contribuenti che, sulla base dei dati in possesso dell’Agenzia, non hanno compilato correttamente la dichiarazione annuale dei redditi (modello Redditi Persone fisiche o 730).
In particolare, si tratta di contribuenti persone fisiche che risultano aver percepito e non dichiarato (o dichiarato solo in parte) uno o più dei seguenti redditi:
- redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili (compresi quelli per i quali si è scelto il regime della “cedolare secca”)
- redditi di lavoro dipendente o di pensione
- assegni periodici corrisposti dal coniuge, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio
- redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali
- redditi di capitale relativi agli utili e agli altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali e altri redditi di capitale
- altri redditi (redditi di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi)
- redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arte o professione abituale, compresi quelli in regime di vantaggio (imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità) e quelli in regime forfetario.
Le possibili irregolarità sono state riscontrate dall’Agenzia delle Entrate attraverso il confronto dei dati in suo possesso con quelli dichiarati dai contribuenti nel modello 730 o nel modello Unico persone fisiche (ora denominato Redditi Persone fisiche).
Per saperne di più sulle modalità di Pace fiscale consigliamo questo volume:
Come viene spedita la lettera delle Entrate
Le comunicazioni sono inviate tramite:
- Posta Elettronica Certificata Pec
- per posta ordinaria nei casi di indirizzo PEC non attivo o non registrato nel pubblico elenco istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Lettera di invito a regolarizzarsi: cosa contiene
Il contenuto della comunicazione che viene inviata al contribuente è rappresentato da un documento principale in cui è specificata la presunta anomalia tra i dati dichiarati dal destinatario e quelli attesi sulla base dei dati incrociati.
Il contenuto del documento riporta:
- l’identificativo della comunicazione
- i redditi che dai dati presenti in Anagrafe tributaria non risultano dichiarati
- una tabella di dettaglio delle categorie reddituali alle quali si riferiscono i redditi segnalati.
Lettera di compliance: disponibile online nel Cassetto fiscale
Alla lettera sono inoltre allegate le istruzioni sull’utilizzo del “Cassetto fiscale” e di “CIVIS” e sulle “modalità di compilazione della dichiarazione integrativa”.
Nell’apposita sezione “L’Agenzia scrive” del Cassetto fiscale, al quale possono accedere direttamente i contribuenti registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate o un intermediario delegato, il destinatario della comunicazione trova la lettera già ricevuta e un prospetto informativo in cui è presente il dettaglio delle anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi.
Ho ricevuto una lettera di compliance dalle Entrate: cosa devo fare?
Mettiamo il caso che un contribuente abbia ricevuto (per posta ordinaria o via Pec) una lettera di compliance con invito a regolarizzare alcuni errori e discrepanze tra quanto dichiarato e quanto risulta all’Agenzia. Come ci si deve comportare?
Ovviamente il cittadino deve attivarsi. Mettendosi in contatto con l’Agenzia è possibile chiarire subito la propria posizione:
- sia se non sono state commesse violazioni
- sia nel caso in cui si vogliano ottenere informazioni sulle modalità da seguire per regolarizzare in maniera agevolata errori e omissioni, sfruttando la possibilità di pagare sanzioni ridotte.
Qualora si abbia la necessità di richiedere ulteriori informazioni in merito al contenuto della comunicazione ricevuta è possibile rivolgersi:
- al numero verde 800.909.696 da telefono fisso oppure allo 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore > comunicazioni per l’adempimento spontaneo”
- alla Direzione Provinciale di competenza
- a uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.
Regolarizzazione errori: come comunicare i dati
È possibile segnalare all’Agenzia delle Entrate, anche mediante un intermediario abilitato alla trasmissione telematica delle dichiarazioni, fatti, elementi e circostanze dalla stessa non conosciuti.
Per fare questo ci si può avvalere, con le modalità indicate nella comunicazione, dell’assistenza dei CAM o degli Uffici territoriali delle Direzioni provinciali dell’Agenzia. Inoltre, è possibile trasmettere documentazione in formato elettronico tramite CIVIS.
Dichiarazione redditi: come regolarizzare gli errori commessi
Dopo aver verificato i dati contenuti nella lettera, se si riconosce di aver commesso gli errori segnalati dall’Agenzia delle Entrate, è possibile correggerli mediante il cosiddetto “ravvedimento operoso”.
In base a questa possibilità ci si può mettere in regola ed evitare successivi avvisi di accertamento se si compiono tutte le azioni seguenti:
- si presenta una dichiarazione integrativa
- si versano le maggiori imposte dovute e gli interessi, calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente eseguito
- si versano, in misura ridotta, le sanzioni specifiche delle violazioni oggetto di comunicazione e in essa contenute.
Regolarizzazione errori: come presentare la dichiarazione integrativa
Per la presentazione della dichiarazione integrativa occorre utilizzare il modello approvato per il periodo d’imposta cui la dichiarazione fa riferimento (per esempio, per il periodo d’imposta 2015 va utilizzato il modello Unico PF 2016).
Il modello Unico PF (ora denominato Redditi Persone fisiche) va utilizzato anche se la dichiarazione originaria è stata presentata con il modello 730.
Nella dichiarazione integrativa, da presentare esclusivamente per via telematica (direttamente o tramite intermediario abilitato), devono essere indicati:
- i redditi non dichiarati, come segnalato nella lettera ricevuta
- tutti gli altri dati relativi a redditi, oneri e crediti che già erano stati esposti nella dichiarazione originaria e che non richiedono alcuna modifica. In sostanza, la dichiarazione integrativa deve contenere tutti i dati dichiarati e non soltanto quelli che sono stati aggiunti o modificati.
Regolarizzazione errori: come versare gli importi
Per versare le somme dovute (maggiore imposta, interessi e sanzione ridotta) deve essere utilizzato il modello F24, disponibile, con le relative istruzioni di compilazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Nell’apposito campo del modello F24 va riportato il “codice atto” indicato in alto a sinistra nella lettera ricevuta. Qualora il sistema informatico della banca non preveda l’indicazione di questo codice, si potrà comunque procedere al pagamento lasciando vuoto il campo.
Regolarizzazione: quali sanzioni ridotte?
Come riportato nella Guida dell’Agenzia, la sanzione da versare con il ravvedimento è ridotta a 1/6 della misura minima.
Quindi nei casi di dichiarazione infedele, sarà pari al 15% della maggiore imposta che risulta dalla dichiarazione integrativa (la sanzione ordinaria, infatti, va da un minimo del 90% a un massimo del 180% delle maggiori imposte dovute).
Gli interessi da versare vanno calcolati, invece, al tasso legale annuo vigente, rapportato ai giorni di ritardo.
- per l’anno 2014 – tasso 1%
- per l’anno 2015 – tasso 0,5%
- per l’anno 2016 – tasso 0,2%
- dal 1° gennaio 2017 – tasso 0,1%
- dal 1° gennaio 2018 – tasso 0,3%
- dal 1° gennaio 2019 – tasso 0,8%
Esempio di ravvedimento:
Il contribuente ha presentato la dichiarazione dei redditi per il periodo d’imposta 2015 con il modello Unico PF 2016. Nel mese di marzo 2019 riceve la lettera dell’Agenzia delle Entrate dalla quale risulterebbero redditi non dichiarati.
Avendo riconosciuto gli errori commessi, vuole regolarizzare la propria posizione e presenta la dichiarazione integrativa, dalla quale derivano le seguenti maggiori imposte:
- 200 euro di Irpef
- 50 euro di addizione regionale
- 20 euro di addizionale comunale.
Decide di effettuare il pagamento il 30 aprile 2019, quindi, con un ritardo di 1048 giorni rispetto alla data prevista per i versamenti delle imposte derivanti da Unico 2016 (16 giugno 2016).
La sanzione ridotta da versare (1/6 della sanzione ordinaria) sarà pari a:
- 30 euro per l’Irpef (200 x 90% : 6)
- 7,50 euro per l’addizionale regionale (50 x 90% : 6)
- 3 euro per l’addizionale comunale (20 x 90% : 6).
Gli interessi da versare saranno pari a:
- 1,54 euro per l’Irpef
- 0,38 euro per l’addizionale regionale
- 0,15 euro per l’addizionale comunale.
Fonte e informazioni tratti da Guida Agenzia entrate Marzo 2019 (L’Agenzia ti scrive – invito a regolarizzare possibili errori) >> Scarica qui la Guida <<
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