Detrazioni familiari a carico: come evitare brutte sorprese

Paolo Ballanti 26/10/21
Le detrazioni fiscali per familiari a carico hanno lo scopo di abbattere l’imposta lorda, calcolata in funzione del reddito complessivo del contribuente, alla luce delle spese che quest’ultimo deve sostenere per il mantenimento di coniugi, figli o altri soggetti appartenenti al proprio nucleo.

Il diritto alle detrazioni sorge per i familiari considerati fiscalmente a carico, in possesso cioè di un reddito complessivo contenuto entro certi limiti, a seconda dei casi pari a 2.840,51 o 4 mila euro.

Il superamento del tetto comporta il venir meno della spettanza alle detrazioni, con l’obbligo per il lavoratore / contribuente di dover restituire all’Erario le somme percepite in sede di conguaglio di fine anno o di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Esistono tuttavia dei rimedi per evitare queste spiacevoli sorprese. Vediamoli in dettaglio.

Bonus Irpef 100 euro, come evitare brutte sorprese a Dicembre

Detrazioni familiari a carico: per chi

Le detrazioni fiscali, come anticipato, spettano per:

  • Coniuge o parte dell’unione civile, non legalmente ed effettivamente separato (in caso di separazione, divorzio o scioglimento dell’unione civile, le detrazioni spettano solo se si è conviventi o beneficiari di assegni alimentari volontari);
  • Figli, da intendersi come naturali, riconosciuti, adottivi o affidati.

Sono inoltre ricompresi, a patto che siano conviventi o beneficiari di assegni alimentari volontari:

  • Genitori;
  • Nonni;
  • Nipoti, in qualità di discendenti dei figli;
  • Fratelli e sorelle;
  • Suoceri, nuore e generi.

Detrazioni familiari a carico: limite di reddito

Per poter essere considerati fiscalmente a carico, i familiari non devono possedere un reddito personale, al lordo degli oneri deducibili:

  • Superiore ad euro 2.840,51;
  • Superiore a 4 mila euro per i figli di età non superiore a 24 anni.

Per “reddito personale” si intende quello complessivo dell’interessato assunto ai fini fiscali, cui vanno aggiunti:

  • I canoni di locazione soggetti a cedolare secca;
  • Il reddito di lavoro autonomo o di impresa soggetto a regime forfetario;
  • La parte esente dei compensi ricevuti all’estero dai frontalieri o coloro che lavorano a San Marino e Montecarlo, pari ad euro 7.500;
  • Le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, Santa Sede ed Enti gestiti direttamente dalla stessa.

Detrazioni familiari a carico: cosa succede se si supera il limite di reddito

Essendo i limiti di 2.840,51 o 4 mila euro fissati a livello annuo, il superamento degli stessi comporta il venir meno dell’intera detrazione, tanto per gli importi già percepiti dal dipendente quanto, naturalmente, per quelli futuri.

Pensiamo al caso del dipendente Caio il quale ha fiscalmente a carico il figlio Marco (22 anni). Nel corso del 2021 quest’ultimo, in virtù dell’assunzione come lavoratore dipendente, percepisce un reddito complessivo ai fini fiscali di 6 mila euro. Nonostante il superamento del tetto (4 mila euro) sia avvenuto a Giugno, Caio perderà il diritto alla detrazione per l’intera annualità.

Il dipendente che ha comunque percepito le detrazioni per familiari a carico nel corso dell’anno, a causa del superamento del limite di reddito, sarà tenuto a restituire gli importi in sede di conguaglio di fine anno o, successivamente, in dichiarazione dei redditi.

Tornando all’esempio di Caio, se questi ha ricevuto nel 2021 euro 150,00 a titolo di detrazione per il figlio a carico, sarà tenuto a restituire l’intero importo:

  • Con la busta paga che sconta gli effetti del conguaglio di fine anno, nel caso in cui si dichiari al datore di lavoro con modello D23, entro l’elaborazione del suddetto cedolino, la rinuncia alle detrazioni per figlio a carico;
  • In sede di dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2021.

Legge di bilancio 2022: nuovo taglio del cuneo fiscale sul lavoro

Detrazioni familiari a carico: rimedi

Per evitare di dover restituire somme importanti all’Erario, una soluzione è quella di avere una situazione reddituale dei familiari a carico aggiornata. In questo modo, se nel corso dell’anno si superano i limiti, l’interessato potrà comunicare tempestivamente al datore di lavoro la rinuncia alle detrazioni.

Così facendo si dovranno restituire le sole somme ricevute nei mesi precedenti, con un danno contenuto in particolar modo se la rinuncia viene fatta a inizio anno.

In alternativa, se si prevedono, nella successiva annualità, redditi eccedenti il limite l’interessato potrà comunicare in anticipo la rinuncia. In tal caso, per non dover restituire nulla all’Erario, il modello D23 dovrà essere trasmesso all’azienda prima dell’elaborazione dei cedolini di Gennaio.

È il caso, quest’ultimo, del genitore con figli prossimi a concludere il corso di studi, in procinto di affacciarsi sul mondo del lavoro.

Se, tornando a Caio, in virtù del fatto che il figlio Marco terminerà gli studi universitari a Luglio 2021, per poi iniziare a cercare un’occupazione, la rinuncia alle detrazioni potrà essere fatta già nel 2020 o comunque prima dell’elaborazione del cedolino di Gennaio 2021. In tal modo l’interessato non dovrà restituire nulla all’Erario se nel 2021 Marco supererà il limite di reddito per la vivenza a carico.

È importante precisare che la rinuncia preventiva alle detrazioni in busta paga non comporta la perdita definitiva delle stesse. Se ad esempio, a consuntivo, emerge che il reddito del familiare non supera i limiti di 2.840,51 o 4 mila euro, le somme non percepite potranno essere richieste in un’unica soluzione:

  • Con il cedolino relativo al conguaglio di fine anno, previa comunicazione al datore di lavoro della volontà di ricevere le detrazioni per l’intera annualità;
  • In sede di trasmissione della dichiarazione dei redditi.

Detrazioni familiari a carico: coniuge

La detrazione per coniuge a carico è riservata a coloro che totalizzano un reddito complessivo non eccedente gli 80 mila euro.

La detrazione varia in funzione della situazione reddituale del beneficiario:

  • Reddito non superiore a 15 mila euro una detrazione annua pari a 800 – [100 * (reddito complessivo del beneficiario / 15.000)];
  • Reddito compreso tra 15.000 e 29.000 euro detrazione annua fissa a 690 euro;
  • Fascia 29.000 – 29.200 euro detrazione pari a 700 euro;
  • Fascia 29.200 – 34.700 detrazione euro 710;
  • Fascia 34.700 – 35.000 detrazione euro 720;
  • Fascia 35.000 – 35.100 detrazione euro 710;
  • Fascia 35.100 – 35.200 detrazione euro 700;
  • Fascia 35.200 – 40.000 detrazione euro 690;
  • Tra 40.000 e 80.000 detrazione pari a 690 * [(80.000 – reddito complessivo del beneficiario) / 40.000].

Detrazioni familiari a carico: figli

Per ciascun figlio fiscalmente a carico, la detrazione è calcolata:

  • Per il figlio di età inferiore a 3 anni attraverso la formula 1.220 * [(95.000 – reddito complessivo del beneficiario) / 95.000];
  • Per il figlio di età superiore a 3 anni con 950 * [(95.000 – reddito complessivo del beneficiario) / 95.000].

Se i figli sono più di uno il valore – base 95.000 euro dev’essere aumentato di 15.000 euro per ogni figlio successivo al primo. Di conseguenza per:

  • Due figli a carico il valore sarà 110.000 euro;
  • Tre figli a carico valore – base 125.000 euro;
  • Quattro figli a carico euro 140.000.

Inoltre, la detrazione di 1.220 o 950 euro è aumentata:

  • Di 400 euro (1.620 o 1.350) per il figlio portatore di handicap;
  • Di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo in presenza di più di tre figli a carico, portandola così a 1.420 o 1.150 euro.

Detrazioni familiari a carico: altri familiari

Il contribuente con un reddito complessivo non superiore a 80 mila euro ha diritto ad una detrazione per i familiari a carico (diversi da coniuge e figli), pari a:

750 * (80.000 – reddito complessivo del beneficiario) / 80.000.

Leggi anche “Congedo genitori Covid: come funziona fino a dicembre 2021”

Paolo Ballanti

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento