Detrazione spese università non statali: importi massimi detraibili riferiti al 2024

In Gazzetta il decreto che fissa le nuove soglie per le spese detraibili.

Chiara Arroi 27/01/25
Allegati

Fissati i nuovi importi massimi detraibili per le spese universitarie sostenute nelle università non statali per il 2025, riferiti all’anno di imposta 2024. Le detrazioni fiscali permettono di recuperare una parte delle spese sostenute per l’iscrizione ai corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico, aiutando così a ridurre il peso economico della spesa accademica sostenuta.

A stabilirlo il decreto del Ministero dell’istruzioni, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 gennaio 2025, con tutti gli importi e le soglie di detrazioni 2025 per chi si iscrive e frequenta cosi di laurea in atenei privati.

Le spese detraibili, come quelle universitarie, possono essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi che viene presentata ogni anno all’Agenzia delle Entrate, come ad esempio il modello 730 presentato da dipendenti e pensionati.

Ecco le novità e tabelle degli importi 2025 (per i redditi del 2024) detraibili nelle università non statali.

Indice

Detrazione spese università non statali

La detrazione delle spese universitarie non statali è un’agevolazione fiscale che consente di recuperare una percentuale delle somme spese per l’iscrizione a corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico. Questa misura, regolata dall’articolo 15 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, è destinata agli studenti iscritti presso università non statali riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
In questo modo una parte delle tasse versate viene sottratta dall’imposta lorda dovuta, riducendo così l’importo totale da pagare allo Stato.

Stando appunto al testo unico delle imposte sui redditi, si possono portare in detrazione in dichiarazione dei redditi, le spese per frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, in misura non superiore, per le università non statali, a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca da emanare entro il 31 dicembre, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali.

Il recente decreto ministeriale ha fissato per il 2025 i limiti massimi detraibili per le rette delle università non statali in base a due criteri principali: l’area disciplinare del corso (vedi sotto l’allegato con i raggruppamenti dei corsi) e la zona geografica in cui si trova l’università.

Le aree disciplinari sono suddivise in quattro macro-categorie, ciascuna con importi massimi differenti per garantire una distribuzione equa delle agevolazioni. Le università situate nel Nord Italia hanno soglie più alte rispetto a quelle del Centro e del Sud, riflettendo le differenze nei costi della vita e nei livelli di reddito delle diverse aree geografiche.

Importi massimi detraibili per le università non statali (2025)

Area disciplinareZona NordZona CentroZona Sud e Isole
Medica€3.900€3.100€2.900
Sanitaria€3.900€2.900€2.700
Scientifico-Tecnologica€3.700€2.900€2.600
Umanistico-Sociale€3.200€2.800€2.500

Detrazioni per corsi post-laurea

Oltre ai corsi di laurea triennale e magistrale, il decreto stabilisce importi massimi detraibili anche per i corsi di dottorato, le scuole di specializzazione e i master universitari di primo e secondo livello. Le soglie detraibili per questi percorsi post-laurea sono:

  • Nord: €3.900
  • Centro: €3.100
  • Sud e Isole: €2.900

Chi beneficia delle detrazioni

La detrazione per le spese universitarie non statali è prevista per i soggetti fiscalmente obbligati a sostenere il costo dell’istruzione, secondo quanto stabilito dall’articolo 15 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). In particolare, possono beneficiare della detrazione del 19% delle spese sostenute da:

  • Lo studente che sostiene le spese in proprio.
    • Se lo studente ha un reddito proprio e sostiene personalmente le spese universitarie, può beneficiare direttamente della detrazione nella sua dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi PF).
    • È importante che il pagamento sia effettuato con strumenti tracciabili (bonifici, carte di credito, ecc.) e che sia intestato allo stesso studente per poter usufruire della detrazione.
  • I genitori dello studente fiscalmente a carico.
    • Se il figlio è fiscalmente a carico del genitore (ossia con un reddito annuo inferiore a €2.840,51 o €4.000 per i figli fino a 24 anni), i genitori possono detrarre le spese di iscrizione e frequenza dell’università.
    • La detrazione è concessa indipendentemente dal fatto che il pagamento sia stato effettuato dal genitore o dallo studente stesso, purché si dimostri che lo studente è fiscalmente a carico.
  • Altri familiari.
    • Anche altri soggetti, come i nonni o altri parenti, possono beneficiare della detrazione se hanno fiscalmente a carico lo studente e sostengono le spese universitarie in suo favore.
    • Anche in questo caso, il pagamento deve essere effettuato con metodi tracciabili e documentabili.

Come si calcolano le detrazioni

La detrazione per le spese universitarie è calcolata nella misura del 19% dell’importo versato, fino al limite massimo stabilito per la propria area disciplinare e zona geografica. Ad esempio, uno studente iscritto a un corso di laurea in Medicina presso un ateneo situato nel Nord Italia potrà detrarre il 19% di 3.900 euro, ovvero 741 euro.

Oltre alle tasse universitarie, il decreto prevede che agli importi massimi detraibili possa essere aggiunta la tassa regionale per il diritto allo studio, che varia a seconda della regione in cui si trova l’università.

Requisiti e documentazione per la detrazione

Per poter usufruire della detrazione è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • Tracciabilità dei pagamenti. Le spese devono essere saldate con mezzi di pagamento tracciabili come bonifici bancari, carte di credito/debito, assegni o altri strumenti elettronici.
  • Documentazione utile. Per poter portare in detrazione le spese è fondamentale conservare:
    • le ricevute di pagamento o fatture emesse dall’università che riportino il nome dello studente, il corso frequentato e l’anno accademico di riferimento.
    • la certificazione di iscrizione dell’università.
    • eventuali attestazioni che dimostrino la qualifica di familiare a carico.
  • Importi nei limiti stabiliti dal decreto. La detrazione spetta solo per le spese sostenute entro i massimali previsti per ciascuna area disciplinare e zona geografica.
  • Corsi riconosciuti dal MUR. La detrazione è valida solo per le spese sostenute per corsi di laurea riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), presso università legalmente riconosciute in Italia o all’estero.

Tassa regionale sul diritto allo studio

Il decreto MUR stabilisce che, oltre agli importi massimi detraibili per le tasse universitarie nelle università non statali, si deve aggiungere la tassa regionale per il diritto allo studio.

Questa tassa è un contributo obbligatorio che gli studenti devono pagare per finanziare servizi come borse di studio, prestiti, alloggi universitari e altre agevolazioni per il diritto allo studio. L’importo di questa tassa varia da regione a regione, quindi ogni università applicherà un valore diverso in base alla sua sede geografica.

In pratica, ciò significa che se uno studente si iscrive a un’università situata in Lombardia, potrebbe pagare un importo differente rispetto a uno studente iscritto in Sicilia o in Toscana.

Il decreto specifica che quando si calcola la detrazione fiscale delle spese universitarie, si può includere anche questa tassa regionale, aumentando così il totale delle spese detraibili. Questo permette alle famiglie di recuperare una parte maggiore delle spese sostenute per l’istruzione. E questo vale anche per le università non statali.

Per conoscere l’importo esatto della tassa regionale, è consigliabile consultare il sito ufficiale della propria università o quello della regione di riferimento, poiché gli importi vengono aggiornati periodicamente in base alle decisioni regionali.

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Foto copertina: istock/EyeEm Mobile GmbH

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