Dall’IVA sino all’IRPEF, passando per il bollo auto e l’imposta di trascrizione, sono tante le misure di favore previste per abbassare il peso fiscale nei confronti di chi, in virtù delle proprie condizioni di salute, è tenuto a farsi carico di spese (si pensi a quelle sanitarie o per adattare l’auto) strettamente connesse alla propria situazione personale.
Tra le varie agevolazioni, figura una detrazione riconosciuta in ragione delle spese sostenute per sé stessi o un proprio familiare, destinate a compensare le prestazioni degli addetti all’assistenza personale, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.
Analizziamo questa misura in dettaglio e vediamo come applicarla in dichiarazione dei redditi.
Detrazione spese disabili nella Dichiarazione dei redditi 2022
Detrazione spese disabili: la norma
L’articolo 15 comma 1 lettera i) septies del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986 numero 917) riconosce una detrazione dall’IRPEF lorda pari al 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale.
Oltre all’ipotesi classica dei cosiddetti “badanti”, sono ammesse alla detrazione anche le prestazioni di assistenza rese da:
- Case di cura o di riposo, per le quali si dovranno certificare distintamente i corrispettivi riferiti all’assistenza, rispetto a quelli riguardanti le altre prestazioni fornite dal soggetto ospitante;
- Cooperativa di servizi (in tal caso la documentazione è tenuta a specificare la natura del servizio reso);
- Un’agenzia interinale, con annessa documentazione che specifichi la qualifica contrattuale del lavoratore.
Detrazione spese disabili: a chi spetta la detrazione spese badanti
Oltre al contribuente che sostiene le spese per sé stesso, possono beneficiare della detrazione anche coloro che si fanno carico dei costi per i propri familiari, a prescindere se a carico o meno, come:
- Coniuge o parte dell’unione civile;
- Figli naturali, adottivi o affidati;
- Genitori, compresi quelli adottivi;
- Nonni;
- Discendenti dei figli (nipoti);
- Fratelli e sorelle;
- Suoceri, nuore e generi.
Nel caso in cui più familiari abbiano sostenuto la spesa, il limite massimo ammissibile a detrazione (pari a 2.100 euro) dev’essere ripartito tra coloro che si sono fatti carico degli oneri.
Di conseguenza, se un contribuente ha sostenuto spese per l’assistenza per sé stesso e per un familiare, il tetto, in quanto riferito alla singola persona fisica, resterà comunque pari a 2.100,00 euro.
Detrazione spese disabili: non autosufficienza
Sono detraibili in dichiarazione dei redditi, le sole spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza (necessariamente collegata all’esistenza di patologie) nel compimento degli atti della vita quotidiana. Tali si considerano, come precisato dall’AE nella Risoluzione del 22 ottobre 2008 numero 397, quanti non sono “in grado, ad esempio, di assumere alimenti, di espletare le funzioni fisiologiche e provvedere all’igiene personale, di deambulare, di indossare gli indumenti”.
Sono altresì da ricomprendersi tra i beneficiari della detrazione quanti necessitano di sorveglianza continuativa.
In ogni caso, sempre la Risoluzione dell’Agenzia Entrate, precisa che lo stato di non autosufficienza “deve in ogni caso essere comprovata da certificazione medica”.
Detrazione spese disabili: reddito complessivo
La detrazione in parola spetta esclusivamente ai contribuenti che totalizzano un reddito complessivo non superiore a 40 mila euro. Quest’ultimo dev’essere calcolato considerando anche il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni.
Detrazione spese disabili: importo
La detrazione spetta in misura pari al 19% delle spese sostenute in ciascun periodo d’imposta.
Il calcolo, come prescritto dal TUIR, dev’essere effettuato su un importo di spesa non eccedente i 2.100,00 euro. Questo fa sì che la detrazione massima corrisponda a 400,00 euro.
Detrazione spese disabili: come funziona
Il compito delle detrazioni d’imposta è quello di diminuire il peso delle tasse, in ragione di una serie di costi sostenuti dal contribuente, tassativamente previsti dal legislatore e ritenuti meritevoli di un’agevolazione, consistente appunto nella contrazione dell’IRPEF.
Una volta calcolata infatti l’IRPEF lorda, in base al reddito complessivo, da questa devono essere sottratte le detrazioni d’imposta (tra cui quella in parola).
Dal risultato di IRPEF lorda meno detrazioni si ottiene l’IRPEF netta dovuta dal contribuente.
Esempio
Il contribuente Mevio ha totalizzato nel 2021 un reddito complessivo pari a 20.000,00 euro, sostenendo 3.500,00 euro di spese per l’assistenza personale.
Il primo passaggio è calcolare l’IRPEF lorda, applicando gli scaglioni d’imposta in vigore fino al 31 dicembre 2021:
- Per i redditi fino a 15 mila euro, aliquota al 23% corrispondente a 3.450,00 euro;
- Per i redditi da 15 mila a 20.000,00 euro aliquota al 27% pari a 1.350,00 euro.
Pertanto, l’IRPEF lorda corrisponderà a 4.800,00 euro.
A questo punto sarà necessario sottrarre le detrazioni d’imposta, tra cui quelle, ad esempio, per lavoro dipendente e figli a carico oltre, naturalmente, alle spese per l’assistenza personale.
Nelle prime due ipotesi, ipotizziamo, le detrazioni ammontano complessivamente a 1.500,00 euro.
Per l’assistenza personale, al contrario, l’ammontare detraibile non potrà essere calcolato su una somma eccedente i 2.100,00 euro. Pertanto, la detrazione corrisponderà a 400,00 euro.
L’IRPEF netta sarà di conseguenza il risultato di:
4.800,00 euro (IRPEF lorda) – 1.500,00 (detrazioni da lavoro dipendente e figli a carico) – 400,00 (detrazione in virtù di spese per addetti all’assistenza personale) = 2.900,00 euro quale IRPEF netta dovuta dal contribuente.
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Detrazione spese disabili: come ottenerla in dichiarazione dei redditi
Per poter fruire della detrazione ed abbattere così le imposte, è necessario indicare le spese sostenute nel 2021 all’interno del modello 730-2022, nel quadro E dedicato ad oneri e spese.
Qui, nei campi da E8 ad E10, il contribuente dovrà riportare:
- In colonna 1, il codice identificativo “15”;
- In colonna 2, la spesa sostenuta.
All’interno delle istruzioni per la compilazione del modello 730-2022 si precisa che le spese indicate devono “risultare da idonea documentazione, che può anche consistere in una ricevuta debitamente firmata, rilasciata dall’addetto all’assistenza”.
Nel documento dovranno essere riportati gli estremi anagrafici ed il codice fiscale di chi ha effettuato il pagamento ed altresì dell’addetto all’assistenza.
Se la spesa è sostenuta in favore di un familiare, ancora le istruzioni 730, nella ricevuta dovranno “essere indicati gli estremi anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo”.
Una volta inserita nel quadro E la spesa sostenuta, il calcolo della detrazione è riportato nel prospetto di liquidazione “Modello 730-3”.
Da precisare che il fac-simile della dichiarazione dei redditi e le istruzioni di compilazione, sono disponibili sul portale dell’Agenzia Entrate “agenziaentrate.gov.it – Schede informative e servizi – Dichiarazioni – 730 2022 – Modello e istruzioni”.
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Detrazione spese disabili: cumulabilità con altre misure fiscali
La detrazione al 19% non pregiudica la possibilità di fruire della deduzione dal reddito dei contributi previdenziali ed assistenziali, versati per gli addetti ai servizi domestici ed all’assistenza personale o familiare (ad esempio colf, baby-sitter ed assistenti alle persone anziane).
I contributi sono deducibili, per la parte a carico del datore di lavoro, fino all’importo di 1.549,37 euro.
Per fruire della deduzione (il cui ruolo è quello di abbattere il reddito complessivo su cui si calcola l’IRPEF lorda) è necessario compilare il rigo E23 del modello 730-2022, sempre all’interno del quadro E, indicando l’ammontare dei contributi versati.
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