Nuovo libro sull’epopea delle gare più incredibili: 50 storie che ormai sono leggenda di VINCENZO BORGOMEO
“Ho visto cose che voi umani…” (da Blade Runner) e dedica a Marcello Sabbatini: come si può non amare subito “Destra3 lunga chiude”, il nuovo libro di Carlo Cavicchi?
Il “guru del settore” (Copyright di Roberto Boccafogli, nella presentazione dell’opera) ci racconta qui – come dice il sottotitolo del volume – l’epoca d’oro di “Quando i rally avevano un’anima”. E sono cinquanta spettacolari aneddoti su “per fissare momenti – come spiega lo stesso Cavicchi – che la memoria non potrà cancellare. Quando i rally erano davvero i rally, succedevano cose spesso sopra le righe e ripassarle fa bene, perché sembrano delle favole romanzate quando invece erano soltanto la regola. Basta leggerne una per sera e la notte si sognerà”.
Insomma, più che storie vere queste sono delle favole: le corse, una volta, erano così, epopee di coraggio e follia. E nessuno meglio di Cavicchi ce le può raccontare. E non solo perché ha diretto giornali per 30 anni – Autosprint, SportAutomoto e poi Quattroruote – ma anche perché è riuscito a miscelare questa esperienza con l’aver calcato i campi di gara, avendo vissuto i rally in prima persona, prima al volante, poi come giornalista, quindi come Presidente della Rally Press Association, l’associazione mondiale dei giornalisti di rally.
Senza poi contare un dettaglio non da poco: Cavicchi è romagnolo e, si sa, solo da quelle parti in un appassionato di motori può avvenire quel magico mix di ironia a competenza che dà origine a racconti da film. Racconti che sono finiti tutti in questo bel libro (a proposito, è pubblicato da Blurb e in vendita al prezzo di 24 euro) sul mondo dei rally.
Il libro come dicevamo ha 50 capitoli, 50 storie tutte dedicate a un pilota, con qualche eccezione, come quello legato all’Audi Gruppo B/2, il mostro da corsa che nessuno ha mai visto o quello legato a un divertente record sotto zero… “Quei rally – ci racconta l’autore – non erano semplici competizioni, ma sfide impossibili governate da attori che mescolavano fegato e cuore in quanto, oltre alla corsa vera e propria, si vivevano avventure che pretendevano il titolo e davano spessore alla specialità”.
Insomma, storie e racconti pazzeschi. A tal punto che lo stesso Cavicchi si deve apprestare a sottolineare che sono tutte storie rigorosamente vere. Quando la realtà supera la fantasia…
da: repubblica.it
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