Il Def è alle Camere: dal 2020 aumento parziale dell’Iva

L’esame alle Camere della nota di aggiornamento al Def ha inizio l’11 ottobre dalle ore 16. Scarica il testo del Def

Redazione 05/10/18
Il Def è alle Camere e conferma gli obiettivi, i tempi di attuazione delle riforme e le cifre”, come reso noto da Palazzo Chigi.

Ora nell’Aula della Camera l’esame della Nota di aggiornamento del Def avrà inizio l’11 ottobre dalle ore 16.

Scarica qui il testo integrale del DEF

Gli stanziamenti previsti per finanziare le misure di coesione sociale, bandiera di Lega e 5 stelle, si attestano a 16 miliardi di euro. Nello specifico:

  • 9 miliardi per reddito e pensione di cittadinanza;
  • 7 miliardi per la Quota 100

C’è inoltre la sterilizzazione degli aumenti delle imposte indirette previsti della clausole di salvaguardia. In particolare il blocco all’aumento dell’Iva sarà totale nel 2019, mentre parziale nel 2020 e 2021. Almeno questo è quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def. Le clausole valgono 12,5 miliardi nel 2019 e 6,7 miliardi aggiuntivi nel 2020. “Nel Programma di Stabilità 2019 – si legge ancora – sarà presentato un piano di intervento volto a sostituire le residue clausole di salvaguardia con interventi di riduzione della spesa e di potenziamento dell’attività di riscossione delle imposte”.

Una manovra che al completo di tutte le misure dovrebbe attestarsi intorno ai 40 miliardi di euro. Perchè non ci sono le misure volute da Di Maio e Salvini (che ammontano a 16 miliardi). Il Governo dovrà anche aggiungere:

  • un miliardo per la riforma dei centri per l’impiego (e non più due),
  • due per la flat tax per gli autonomi e piccole imprese,
  • un miliardo per assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine
  • 1,5 miliardi per il fondo truffati dalle banche
  • il blocco dell’aumento dell’Iva da 12,4 miliardi,
  • finanziare le spese obbligatorie da 3,5 miliardi
  • gli investimenti promessi da 3,6 miliardi.

Il Governo ha inoltre previsto una discesa del debito pubblico progressiva, che passa dal 131,2% del 2017 al 126,7% del 2021, passando attraverso il 130,9% di quest’anno, al 130,0 del prossimo e al 129,2% del 2020. Sono le stime programmatiche previste dalla nota di aggiornamento del Def che però punta anche ad ulteriori miglioramenti: “Una riduzione più accentuata sarà possibile – è scritto – se si realizzerà la maggior crescita a cui il governo punta come obiettivo prioritario”.

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Neanche 24 ore dalla presentazione ufficiale delle misure nella nota di aggiornamento al Def che continua la guerra dei numeri tra i due vicepremier: Matteo Salvini smentisce Di Maio sulle coperture economiche per il reddito di cittadinanza ai microfoni di Radio Anch’io. “Nella manovra ci saranno 16 miliardi per i due interventi principali, reddito di cittadinanza e abolizione della legge Fornero. Ma in questa cifra ci saranno anche l’aumento delle pensioni di invalidità, il quoziente familiari, un premio alle famiglie numerose con contributo alla natalità” ha detto il ministro dell’Interno.

Consulta lo speciale Legge di bilancio 2019

Alla domanda: “Quindi non ci sono 10 miliardi per il reddito?”, il vicepremier leghista ha risposto: “Se la matematica non è un’opinione, se ce ne sono 7-8 per la Fornero, ce ne sono 8 per il reddito“, ha detto. “Sull’abolizione della Fornero – ha spiegato – l’investimento varia tra i 7 e gli 8 miliardi a seconda di quanti sceglieranno di andare in pensione nel 2019. Abbiamo scelto di non fare penalizzazioni e di non mettere paletti, come limiti di reddito. La Fornero è stata una legge ingiusta – ha ribadito – e va abolita”.

Sempre Salvini ha dovuto dare una spiegazione anche per i delusi che hanno visto destinare solo 2 miliardi di euro a copertura della Flat Tax: “non possiamo fare in cinque mesi quel che altri non fatto in 10 anni”.  “E’ incredibile che dopo i disastri che ha fatto il Pd ci si rimproveri: siamo qua da quattro mesi e la gente ha capito che, senza miracoli, facciamo quello per cui ci hanno votato, io nel mio su immigrazione, sicurezza, beni della mafia”.

Il Def oggi dovrebbe arrivare alle Camere per continuare l’iter che dovrà portare poi a varare concretamente la nuova manovra.

Redazione

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