Via libera al Def: Flat Tax per ceto medio e niente aumento Iva

Redazione 10/04/19
Il Consiglio dei ministri approva il Def, il Documento di economia e finanza con all’interno la Flat Tax solo accennata, al termine di una riunione e un Consiglio lampo, al termine del quale nessuna conferenza stampa è seguita. Niente presentazione in pompa magna questa volta. Complice una situazione economica e una congiuntura non più tanto favorevole da sbandierare. Ma conti pubblici e situazione socio-economica sempre più difficile da gestire, in un clima di perenne discussione e tensione nei ranghi del Governo.

È stata fissata la crescita per il 2019 allo 0.2 per cento e assicura: “Confermati i programmi di governo: nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva”. Secondo Palazzo Chigi, “il documento conferma i programmi di governo della legge di Bilancio e il rispetto degli obiettivi fissati dalla Commissione europea”. Spiegazioni affidate ad un comunicato perché non c’è stata una conferenza stampa.

Via libera al Def: Conte punta sulla spending review

Per evitare l’aumento dell’Iva, il governo punterà su “spending review ed tax expenditures”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine della festa della polizia, a Roma.

Def deludente? “Se posso esprimere una opinione personale, è uno strumento che in questo momento dell’anno è anche prematuro fare. Però sia costretti a farlo”, ha aggiunto Conte.

Nel cdm di ieri sul def non c’è stato “nessun litigio, nessun diverbio”, ha ribadito il premier. “Come al solito ci fate sempre litigare, è stata una tranquillissima riunione sul quadro di finanza pubblica, riteniamo che sia l’impostazione più corretta”.

Via libera al Def: crescita azzerata

Una crescita praticamente azzerata allo 0,2% quest’anno e dello 0,8% nel 2020. Un rapporto deficit/pil in aumento al 2,4% nel 2019 e in flessione al 2,1% l’anno successivo. Debito pubblico al 132,6% del pil quest’anno, in rialzo dal 132,2% del 2018, nonostante l’impegno a ridurlo preso con l’Europa, e in lieve arretramento al 131,3% nel 2020.

Il confronto tra le anime della maggioranza si concentra sulla Flat Tax, senza però inserire riferimenti numerici, ma con la volontà che della riduzione fiscali benefici già con la prossima manovra il ceto medio.

Il Def, ha fatto sapere Palazzo Chigi, certifica una crescita per quest’anno di +0,2%, molto lontana dall’1,5% ipotizzato a settembre e anche dall’1% fissato prima di Natale, e appesa alla spinta flebile (appena uno 0,1%) dei decreti Crescita e Sblocca cantieri.

Per vedere il debito scendere sotto il 130% bisognerà attendere il 2022, mentre la disoccupazione è attesa all’11% nel 2019 e all’11,1% l’anno prossimo. Il Tesoro sottolinea come il quadro tracciato rappresenti un sentiero di crescita e inclusione programmato rispettando i vincoli dell’Ue.

Nel comunicato stampa del Ministero dell’economia (Mef) si legge:

“La previsione di crescita tendenziale è stata ridotta allo 0,1% per l’anno in corso, in un contesto di debolezza economica internazionale che il Governo ha fronteggiato mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti (il dl crescita e il dl sblocca cantieri) che dovrebbero portare ad una crescita aggiuntiva di 0,1 punti percentuali, fissando così il livello di Pil programmatico allo 0,2%, che salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi”.

Flat tax per ceto medio senza stanziamenti

La Lega insisteva per la flat tax con aliquota al 15% per i redditi familiari fino a 50 mila euro. Costo stimato fra 12-15 miliardi. Insostenibile per il ministro Tria. “Noi partiamo da questo ragionamento per il ceto medio e per le famiglie che hanno bisogno con figli”, ha ribadito Salvini. “C’è già una tassa ridotta quest’anno per le partite Iva e vogliamo ridurle anche per le famiglie e i lavoratori dipendenti”. «C’è tutto il mio sostegno se rivolta al ceto medio, alle famiglie, alle imprese – ha risposto Di Maio – Su questo mi faccio garante». Ma senza fare regali ai ricchi, ha aggiunto.

L’intenzione del governo è trovare le coperture con una revisione delle agevolazioni fiscali. Obiettivo già più volte annunciato in passato e mai messo in pratica per la difficoltà di tagliare detrazioni.

Occupazione, Reddito di cittadinanza e Quota 100

Nel Documento di economia e finanza c’è spazio anche per gli approfondimenti sulle misure bandiera del Governo: Reddito di cittadinanza e Quota 100. Al Reddito viene attribuito un beneficio di 0,2 punti percentuali di Pil, a Quota invece un effetto nullo.

Per l’occupazione, la stima è che il Reddito di cittadinanza porti 260mila occupati in più e nella Pa si stima un turnover del 35% (nel 2019) sulle centomila uscite aggiuntive determinate dal nuovo calcolo previdenziale.

Redazione

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