Si tratta del Documento di Economia e Finanza che dovrebbe contenere le linee guida per spese e investimenti compiuti dallo Stato nell’anno solare. Quest’anno, però, il documento, che in sostanza riassume la programmazione economica del Paese, è particolarmente atteso perché, al suo interno, si dovrebbe trovare la tanto ipotizzata copertura per i famosi 80 euro promessi in busta paga da Matteo Renzi.
Intervistato a più riprese, infatti, il premier ha sempre negato di voler rivelare la provenienza dei 10 miliardi di euro necessari per attuare la riforma più chiacchierata a seguito della conferenza stampa in cui venne presentato il Jobs Act e il piano casa. VAI ALLO SPECIALE SUL JOBS ACT
Ora, il Def 2014 altro non è che il compimento – oppure no – di quelle misure annunciate, anche se il decreto sugli 80 euro in busta paga dovrebbe arrivare a distanza di un paio di giorni dalla presentazione del documento di programmazione economica.
E’ questa la nuova sfida dell’esecutivo, dopo aver incassato il sì definitivo alla riforma delle Province e aver presentato, oltre al decreto, anche il disegno di legge sul lavoro, ora in via di discussione alla commissione del Senato per cominciare il suo iter parlamentare.
Il dubbio che il presidente del Consiglio ha tenuto a chiarire, riguarda lo sforamento o meno del 3% nel rapporto deficit/Pil: “Non è un problema di sforare lo 0,1%… Dalla procedura di infrazione siamo usciti e non vogliamo rientrarci. Ci diamo tre mesi di tempo, mettiamo in fila le cose discusse da anni e le facciamo. A quel punto noi iniziamo una battaglia”.
Capitolo fondamentale del Def, sarà, poi, quello dedicato alla spending review dopo le slide di Cottarelli: quanto il governo avrà intenzione di rivedere nella spesa pubblica del Paese? Ci saranno le risorse per avviare gli esuberi nella pubblica amministrazione, o i fondi per avviare i tagli annuciati agli sprechi nell’apparato burocratico-amministrativo?
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