Nei prossimi 3 anni sono previste assunzioni per 85 mila fra docenti, 69 mila, e personale ausiliario, 16 mila. La notizia è sicuramente positiva ma perché possa essere attuabile esiste una condizione imprescindibile; l’invarianza finanziaria, ossia che si ottiene il posto fisso ma lo stipendio rimane identico a quello che si percepiva da precari. E’ questo, in sostanza, il colpo al cerchio e il colpo alla botte che il Miur e il ministero dell’Economia hanno dato per riuscire a far tornare i conti che altrimenti avrebbero creato una coperta troppo corta.
Il decreto scuola è un provvedimento piuttosto ampio, che tocca numerosi punti del sistema scolastico italiano, e come tale quindi necessita di un indotto di finanziamenti notevoli, tuttavia al Governo è altrettanto chiaro come scuola ed università non possano essere trascurate oltre ma debbano diventare il motore del rilancio italiano. I 400 milioni di coperture richieste, con ogni probabilità, saranno il frutto di tagli di spesa su altre amministrazioni, a cominciare dall’incremento delle accise sui tabacchi e, come già annunciato, dalla clausola dell’invarianza finanziaria sugli stipendi.
Una norma che invece non è passata all’interno del decreto è quella relativa alle scuole paritarie, nella fattispecie l’articolo 16, che è stato bocciato per mano dell’ali cattoliche del Pd e del Pdl, secondo le quali avrebbe inferto un colpo troppo duro agli istituti paritari a dispetto della legge n.62/2000 che assicura alle scuole che fanno parte del sistema nazionale di istruzione e formazione parità di condizioni, senza differenze tra statali e paritarie. “E’ necessaria non una contrapposizione tra pubblico e privato” ha affermato Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’istruzione, “ma una riflessione seria sui due pilastri del sistema”.
E’ stata approvata, inoltre, la misura grazie alla quale si potrà assumere, rispetto al passato, su ogni posto libero dell’organico di diritto e per intero e non solamente sui posti lasciati liberi dai pensionati e parzialmente. In questo modo vengono aggirati i limiti che il decreto legge 112/2008 aveva posto per contenere il turn over. Secondo le prime stime ufficiose dovrebbero essere circa 69 mila i docenti assunti nel primo triennio.
L’intento di questa misura è quello di assicurare la continuità del servizio, andando a ridimensionare quei margini di precarietà che fino ad oggi hanno fatto lavorare studenti ed insegnanti senza certezze, depotenziando così la qualità della scuola e dell’apprendimento. Il piano, però, ha anche il compito di mettere al riparo lo stato italiano dalle censure della Corte di giustizia europea che ha ripetutamente sanzionato il ricorso nello stato a contratti a tempo determinato sui posti in organico e per un periodo superiore a tre anni. Se il piano avrà successo il risultato dovrebbe essere che le supplenze dovrebbero essere fatte per i posti in organico di fatto.
In merito alle assunzioni, nel decreto si legge che è subordinato “a una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale che assicuri il rispetto del criterio di invarianza finanziaria”. Sindacati e governo, con l’ultimo piano di assunzioni, in sede contrattuale fissarono il prolungamento dei tempi necessari per agguantare il primo scatto di anzianità, in assenza del quale lo stipendio di ingresso rimane uguale a quello che si percepiva quando si era precari.
I sindacati, in linea di massima, si dicono soddisfatti per le misure prese dal ministro dell’Istruzione. “Si va nella direzione giusta, dopo anni di tagli”, dice Mimmo Pantaleo, numero uno di Flc-Cgil. “Che si aprano tavoli di negoziato ci va benissimo, nessuno pensi, però, di farne il luogo di ratifica di decisioni già prese” afferma il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima. “La buona scuola è fatta dai docenti, che non possono subire il blocco del contratto e la sospensione degli scatti di anzianità, il governo deve intervenire”, auspica il segretario della Uil Scuola, Massimo di Menna. “Bene la stabilizzazione, ora puntiamo agli scatti” concorda Rino Di Meglio, responsabile nazionale Gilda.
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