Già le prime indiscrezioni, infatti, avevano generato forti mal di pancia tra gli “osservatori interessati” dell’universo sanitario, in primis le Regioni e i medici, che hanno ventilato l’ipotesi di uno sciopero per contrastare le misure proposte originariamente dal ministro della Salute Renato Balduzzi. Per i camici bianchi, la norma più invisa era stata quella degli ambulatori unificati: istituto che è confermato, ma con qualche aggiustamento.
Tra le novità patrocinate dal ministro viene introdotta, infatti, l’istituzione di nuove strutture territoriali multiprofessionali, aperte 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Un presidio continuo, insomma, sulla salute dei cittadini, con un database centralizzato che contenga lo storico sanitario di ogni cittadino. Al loro interno, dovrebbero prestare servizio medici di base e specialisti, con potenziamento del ruolo “bistrattato” della guardia medica. Resta da vedere, però, se l’apertura di questi nuovi ambulatori comporterà la chiusura di altre sedi distaccate.
Per le Regioni, non a caso, già sul piede di guerra già agli albori della spending review, la prima bozza non è stata convincente: il loro “niet” si è aggiunto ai rimbrotti dei camici bianchi, pronti alla “serrata della salute” prolungata, di modo che il decreto è stato più volte rivisitato, portando all’esclusione, tra l’altro, della dipendenza per medici generici, pediatri e le stesse guardie mediche, assieme alla necessità di operare per aggregazioni.
Per i professionisti della salute, comunque, non è saltato, in ottica ospedaliera, il restyling all’esercizio intramoenia, con la compravendita o l’affitto dei locali realizzabili anche attingendo a realtà non incluse nel Servizio sanitario nazionale. Rinviato invece al 2013 l’aggiornamento del prontuario farmaceutico, mentre si potrà avviare il riconfezionamento sperimentale dei medicinali. Se queste misure basteranno a placare l’ira dei dottori, lo si scoprirà soltanto nei prossimi giorni.
Intanto, continuano a far parlare le norme del decreto sanità rivolte alla dimensione degli stili di vita, dall’alimentazione alle abitudini in grado di scatenare stati depressivi o problemi alle relazioni sociali e famigliari, specialmente nei giovanissimi. Non a caso, è stato inserita in questa parte della proposta di legge anche il capitolo su gioco d’azzardo e ludopatie, fenomeno sempre più preoccupante.
Se in una prima fase era stata avanzata l’ipotesi di istituire una distanza minima di 500 metri tra slot machine e luoghi di culto, ospedali o scuole, ora questa disposizione ha lasciato il posto a uno stretto giro di vite sulle pubblicità televisive, radiofoniche, sui mezzi di trasporto e in tutti i canali informativi a cui attingono specialmente i teenager. Per le violazioni, vengono previste multe-salasso addirittura fino a 100mila euro e conseguente ritiro della concessione.
Minori salvaguardati anche dalla diffusione del vizio del fumo: nel decreto portato in Cdm da Balduzzi, viene specificato come la vendita a chi ha meno di 18 anni sarà proibita, con possibilità, anche qui, di incorrere in sanzioni pesanti, con aggravante in caso di recidiva. Confermate anche le nuove specifiche sui distributori automatici di sigarette.
E arriviamo alle bevande: anche la tassa di 3 cent a bottiglia per le bibite contenenti zuccheri aggiunti o edulcoranti è sparita dal testo approdato in Consiglio dei ministri. Al suo posto, è arrivata una norma, immediatamente appoggiata da Coldiretti per i benefici in termini di lotta all’obesità, che fissa al 20% il quantitativo minimo di succo naturale nelle bevande al gusto di frutta, che dovrebbe entrare in vigore già da inizio 2013. Una vera e propria “quota verde” nelle bevande al sapore naturale.
Nel complesso, il decreto è stato quasi dimezzato: dalla prima stesura di 27 articoli, ci si è infatti fermati a 17: un taglio netto che, però, potrebbe non essere sufficiente a far rientrare tutte le lamentele che il testo Balduzzi ha attirato su di sé fin dal suo nascere.
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