Decreto Milleproroghe, tempi stretti: arriva anche il taglio al fondo PA

Redazione 24/02/14
Giorni decisivi per il decreto Milleproroghe: dopo l’approvazione della scorsa settimana alla Camera, ora, infatti, il decreto si trova fermo a  palazzo Madama, dove l’aula ha bloccato i lavori per votare la fiducia al governo di Matteo Renzi.

Entro la settimana, però, il decreto dovrà essere giocoforza convertito, pena la sua decadenza. E, in questo caso, il venire meno del decreto non è contemplato, trattandosi di un provvedimento in cui vengono inserite regolarmente le correzioni alle leggi vigenti, alle scadenze e alle norme introdotte negli ultimi tempi.

Così, insomma, la conversione in legge ci sarà, così come, nei giorni scorsi, il Parlamento ha completato l’iter del Destinazione Italia, dello svuota carceri e del dl sul finanziamento pubblico ai partiti.

Ma una delle ultime sorprese, riguarda un emendamento “tripartisan”, che vede l’appoggio di tutto l’arco politico e il sostegno convinto del MoVimento 5 Stelle, che prevede la cancellazione del fondo Sirio per il pubblico impiego.

E’ la Uil per la Pubblica amministrazione a denunciare l’accaduto e nomi e cognomi dei responsabili firmatari, con l’auspicio che la norma venga rivisitata anche se i tempi ristretti per l’approvazione del decreto non lasciano immaginare ulteriori spazi per un altro passaggio in aula.

 

Ecco il comunicato:
“Nel passaggio alla Camera è stata cassata una disposizione contenuta nel “Milleproroghe” finalizzata a consentire la fase di avvio del Fondo Sirio che dovrebbe garantire la previdenza complementare di 500.000 lavoratori pubblici”. Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Benedetto Attili, il quale continua: “Si tratta di un ulteriore ed ingiustificato accanimento nei confronti del mondo del lavoro pubblico. La norma soppressa aveva lo scopo di sbloccare parte delle risorse, già da tempo stanziate, per sostenere lo start up del suddetto Fondo.”
“Francamente è difficile comprendere le motivazioni sottese alla presentazione degli emendamenti soppressivi di tale disposizione”, prosegue Attili, “tanto più che, trattandosi di risorse minime, già disponibili a legislazione vigente, l’intervento non avrebbe comportato nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. E’ del tutto evidente che l’iniziativa, sponsorizzata da deputati di varia estrazione politica, è suffragata da un moto di sostanziale avversione nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego, un atteggiamento, questo, estremamente grave oltre che discriminatorio.”
Continua Attili: “La riforma del sistema pensionistico affida alla previdenza complementare il ruolo fondamentale di integrare le pensioni future che, dal 90-95 % dell’ultima retribuzione, caleranno al 45-50%. Privando i lavoratori dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali, degli Enti Pubblici, delle Università, degli Enti di Ricerca della possibilità di costruirsi una pensione integrativa, di fatto vengono condannati ad una vecchiaia di indigenza e povertà. Per risparmiare 250.000 euro si gettano le basi per un enorme problema sociale: 500.000 nuovi poveri. Da qui un appello alla buona politica: il Senato ripristini il testo iniziale del “Milleproroghe” restituendo a chi opera nelle amministrazioni centrali l’esercizio di un diritto riconosciuto a tutti gli altri lavoratori e che gli permetta di affrontare una vecchiaia serena”.
“E’ opportuno, conclude Attili, portare a conoscenza di tutti i lavoratori pubblici i nominativi dei Deputati sostenitori dell’iniziativa, affinché in futuro le loro scelte elettorali possano essere esercitate con maggiore consapevolezza. I firmatari degli emendamenti che tentano di cancellare la previdenza complementare sono:

LEGA NORD E AUTONOMIE: Bragantini Matteo, Invernizzi Cristian
MOVIMENTO 5 STELLE: Castelli Laura, D’Incà Federico, Sorial Girgis Giorgio, Brugnerotto Marco, Cariello Francesco, Caso Vincenzo, Currò Tommaso, Dadone Fabiana, Cozzolino Emanuele, Turco Tancredi, Dieni Federica, D’Ambrosio Giuseppe, Fraccaro Riccardo, Nuti Riccardo, Toninelli Danilo, Lombardi Roberta
FI-PDL-BERLUSCONI PRESIDENTE: Cicu Salvatore
SCELTA CIVICA PER L’ITALIA: Balduzzi Renato
PARTITO DEMOCRATICO: Fabbri Marilena, Giorgis Andrea
MISTO CENTRO DEMOCRATICO: Formisano Aniello

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