La Camera ha approvato con voti 322 favorevoli, 149 astenuti e 8 contrari il testo licenziato dal Senato due settimane fa, a pochissimi giorni dalla deadline, fissata per lunedì prossimo 23 giugno. Se il decreto non fosse stato convertito in settimana, insomma, sarebbe decaduto e, con esso, anche il chiacchierato bonus degli 80 euro. Ieri sera, la fiducia con 342 favorevoli e 201 contrari.
Per la tredicesima volta da quando l’ex sindaco di Firenze si è insediato a palazzo Chigi, il governo ha chiesto il voto di fiducia su un testo all’attenzione del Parlamento. I margini di modifica sul decreto Irpef erano così stretti da non consentire spazi per migliorie o aggiustamenti e ciò in ragione soprattutto delle coperture risicate proprio per il bonus fiscale iniziato a elargire ai lavoratori dipendenti, con reddito inferiore a 24mila euro lordi annui.
Ecco le principali misure contenute nel decreto Irpef
Bonus di 640 euro a tutti i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo inferiore a 24mila euro. Il bonus si riduce fino a 26mila, dove sparisce. Per il momento, lo sconto fiscale è relativo al 2014, ma la previsione è quella di renderlo fisso con la legge di Stabilità 2015. Il governo si è impegnato ad estenderlo nel 2015 anche ai pensionati e agli incapienti.
Imprese. Riduzione del carico Irap, con eslcusione di amministrazioni ed enti pubblici.
Risparmi. Cresce la tassazione sulle rendite finanziarie, con soglia al 26% del valore nominale delle quote al netto del valore fiscalmente riconosciuto al 31 dicembre 2013
Spending review. Obblighi di pubblicazione dei dati sulla spesa per gli enti pubblici, immediatezza dei pagamenti, taglio alla spesa pari a 2,1 miliardi a partire dal 2014, così suddivisi: 700 milioni per regioni e province autonome, 340 milioni per le province e le città metropolitane, 360 per i Comuni, 200 milioni sulle amministrazioni centrali.
Forniture e appalti. Viene reso più vasto il ricorso a Consip per i beni in dotazione alla pubblica amministrazione. In più, si rafforzano i compiti dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici – recentemente passata sotto il controllo dell’Anac – che viene chiamata a elaborare i prezzi di riferimento in ricerca della massima efficienza di beni e di servizi, pubblicando i prezzi unitari corrisposti dalle pubbliche amministrazioni per gli acquisti.
Altre novità. Scatta l’aumento sulle sigarette, tetto agli stipendi dei manager pubblici a 240mila euro, tagli alla Rai per 150 milioni nel solo 2014, esclusione dai patti di stabilità delle spese sostenute per gli interventi di edilizia scolastica e sblocco di 300 milioni per ulteriori lavori di messa in sicurezza.
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