Decreto Genova, pieno di criticità: ecco perché rischia di essere riscritto

Chiara Arroi 09/10/18
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Ci sono voluti due mesi per scrivere e presentare il Decreto Genova dopo il tragico crollo del Ponte Morandi, ma potrebbe volerci molto meno perché venga riscritto da capo. All’indomani di una grande protesta organizzata a Roma, al grido di “Liberate la Valpolcevera”, l’area maggiormente colpita dal crollo del Ponte e della protesta piombata sul collo del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, Il sindaco di Genova Marco Bucci, che è stato infine nominato commissario per la ricostruzione, in un’audizione alla Camera ha fatto notare che il decreto approvato dal governo con gran ritardo ha molte criticità. Secondo alcuni potrebbe rischiare di essere addirittura riscritto.

Il sindaco Bucci sarà a Roma oggi e domani per mettere mano al Decreto in vista di una sua modifica. Le criticità da lui messe in risalto non sono da poco.

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Decreto Genova: il problema della demolizione

Bucci ha innanzitutto messo l’accento sul problema della demolizione del Ponte: se il nuovo Ponte dovrà essere pronto entro natale 2019, il cantiere della demolizione dovrà partire prima di subito: entro il 1° dicembre di questo 2018. Come si fa ad assegnare un progetto di tale entità in soli 45 giorni?

Decreto Genova: la proprietà dei tronconi del Morandi

Quel che resta dei tronconi del Ponte Morandi sospesi nel vuoto di Genova sono a tutti gli effetti ancora di proprietà di Autostrade per l’Italia. Come si fa a riavere il ponte? Questo “va chiarito” secondo Bucci. Va deciso per legge come riavere il Ponte. Si fa un esproprio o una revoca?

Decreto Genova: società di costruzioni

Primo punto ad essere probabilmente cambiato sarà la noma firmata 5 stelle che vietava alle società di costruzioni legate ai concessionari autostradali anche con minime partecipazione azionarie di realizzare il ponte.

Un dietro front prevedibile, visto che il provvedimento, scritto in questo modo, escludeva di fatto quasi tutte le aziende italiane che operano nel settore, da Impregilo a Pizzarotti, da Cmb a Itinera. In campo sarebbe rimasta solo la padovana Cimolai.

Servirà invece mettere mano per consentire anche alle grandi Imprese di partecipare alla gara.

Decreto Genova: i fondi non sono sufficienti

Le risorse messe a disposizione sono un problema non da poco. Secondo il sindaco Bucci devo subito essere stanziati fondi per gli espropri per entrare in possesso delle area su cui edificare la nuova opera ingegneristica. “Servono 120-140 milioni” secondo Bucci. I fondi attualmente messi sul tavolo non bastano. Anche le risorse stanziate per l’indennizzo alle imprese danneggiate in termini di fatturato non basta: per Bucci servono dai 40 ai 50 milioni, rispetto ai 5 stanziati ad oggi.

Insomma un Decreto Genova che rischia seriamente di dover essere riscritto.

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Le concessioni di lavori e di servizi nel Codice dei contratti pubblici

L’oramai cronico stato di crisi della finanza pubblica rende inevitabile la crescita dell’interesse verso forme contrattuali che prevedono l’intervento di capitali privati; tra queste, la concessione, tanto di lavori che di servizi, sembra l’unica ad aver raggiunto un sufficiente grado di sviluppo della relativa disciplina, che poco o nulla dipende da ulteriori interventi regolatori del Governo e/o dell’ANAC, ai quali resta invece subordinato il completamento della disciplina del contratto di appalto. Pertanto, da modello quasi residuale, utilizzato da pochi “grandi committenti” per operazioni di grande rilievo economico- sociale, la concessione si sta diffondendo presso le amministrazioni locali, anche di dimensioni modeste, come risposta al fabbisogno di servizi pubblici essenziali, quali i servizi scolastici, i servizi sportivi e quelli cimiteriali, solo per citarne alcuni.Tanto comporta la necessità di indagare approfondita- mente le peculiarità del modello negoziale della concessione di lavori e di servizi, soprattutto al fine di evitare che la sua indubbia attrattività non faccia perdere di vista le insidie che lo stesso nasconde e le difficoltà che incontra chi voglia assicurargli la capacità di resistere nel tempo alla inevitabile mutevolezza del ciclo economico.

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Chiara Arroi

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