“Dopo un Consiglio dei ministri durato fino a tarda sera, abbiamo definitivamente approvato il decreto Crescita, con il quale diamo un forte impulso alla ripresa economica del Paese con misure concrete a sostegno delle imprese e degli investimenti”. Con queste parole il premier Giuseppe Conte, aveva comunicato con un post su Facebook l’esito del lungo tour de force e della dura battaglia che si è giocata lo scorso 23 aprile 2019 – in Consiglio dei ministri per l’approvazione del decreto legge.
Ecco il testo ufficiale del Decreto crescita
Il Governo aveva già approvato lo schema del Decreto crescita, ”salvo intese” nella serata di giovedì 4 aprile 2019, dando così il via a molte e importanti novità economiche, fiscali e di sviluppo. Salvo intese, o con riserva, perché ancora suscettibile di modifiche delle complesse norme introdotte. Ma fitte tensioni hanno messo in pericolo l’approvazione definitiva. E ancora più dura si preannuncia la battaglia in sede di conversione in legge del provvedimento.
Intesa trovata su una serie di misure, tra cui: i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, con un tetto di reddito più alto per i rimborsi automatici, la mini-Ires sugli utili reinvestiti dalle imprese, la deduzione dell’Imu sui capannoni, il rinnovo del super ammortamento, la rottamazione delle tasse locali.
Di converso però c’è stato lo stralcio di gran parte della norma Salva Roma. In particolare dei commi 2,3,4,5 e 6. Il M5S è andato sotto in Cdm ma annuncia battaglia in sede di conversione di legge del decreto e avverte il leader della Lega che non ci saranno attenuanti sulla vicenda del senatore Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti, delle Lega e vicinissimo a Matteo Salvini.
Il Decreto è stato messo a punto da Ministero dell’economia (Mef) e dal Ministero dello sviluppo economico (Mise).
Diverse le novità previste dal provvedimento: dalla rottamazione delle imposte locali e bollo auto alla riduzione dell’Ires. Le tematiche affrontate:
- Misure fiscali per la crescita economica,
- Misure per il rilancio degli investimenti privati,
- Tutela del Made in Italy,
- Ulteriori misure per la crescita
- il testo è stato integrato con norme che prevedono l’estensione del regime della “decommercializzazione” agli enti associativi assistenziali e rimodulano gli obblighi informativi relativi alle erogazioni pubbliche, disciplinano
Affrontiamo il nucleo del provvedimento, elencando le principali novità introdotte.
Decreto crescita: i rimborsi ai risparmiatori
Come specificato anche dal comunicato del Ministero dell’economia, via libera alle norme che chiariscono la platea e le modalità di accesso per azionisti e obbligazionisti al Fondo di Indennizzo Risparmiatori, per il quale sono stati stanziati complessivamente 1,5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021.
Si apre così l’iter che porterà ai rimborsi per i risparmiatori coinvolti dai crac bancari: saranno automatici per il 90% circa della platea, ovvero:
- chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro
- o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro,
- soglia elevabile a 200.000 euro subordinatamente all’approvazione della Commissione Europea.
Per il restante 10% viene predisposto un indennizzo semiautomatico, con la semplificazione dei processi di verifica da parte di una Commissione tecnica attraverso la tipizzazione in diverse categorie delle violazioni massive e dei criteri che portano all’erogazione diretta dell’indennizzo.
Entro il limite massimo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore, gli azionisti avranno diritto ad un indennizzo pari al 30% del costo di acquisto mentre per gli obbligazionisti subordinati tale soglia sale al 95%.
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Decreto crescita: condono imposte locali e bollo auto
Approvato il condono per le multe auto, Imu, Irap, Tasi: la rottamazione delle cartelle viene estesa dall’Erario anche a regioni, province, città metropolitane e comuni. La sanatoria prevede lo sconto di sanzioni e interessi. In pratica si potrà pagare quanto ancora dovuto senza le sanzioni.
Decreto crescita: taglio dell’Ires
Il decreto rivede il regime Ires sostituendo la flat tax al 15% con una tassazione che si applica solo agli utili accantonati. Nel primo anno l’aliquota sarà al 22,5%, per poi calare di un punto sia nel 2020 sia nel 2021. Poi a partire dal 2022 l’Ires scenderà al 20%.
Prevista comunque l’eliminazione della mini-ires sugli utili reinvestiti (introdotta dalla Legge di bilancio 2019).
Super ammortamento al 130 per cento
È prevista la reintroduzione, a partire da aprile fino alla fine del 2019, del superammortamento al 130% degli investimenti in beni strumentali a eccezione di autovetture, immobili, attrezzature di lunga durata e beni immateriali.
Decreto crescita: aumento deducibilità Imu capannoni
Viene aumentata la deducibilità dell’Imu sui capannoni, che passa dal 40 al 50% nel 2019 e fino al 60’% nel 2020.
Credito d’imposta per Ricerca e sviluppo al 25 per cento
Prorogato per il triennio 2021-2023 il credito d’imposta in ricerca e sviluppo in scadenza a fine 2020.
Sconti fiscali per i cervelli in fuga che tornano in Italia
Vengono estesi i benefici a partire dall’anno d’imposta 2020 con l’obiettivo di superare la problematica relativa agli anni passati per i soggetti non iscritti all’Aire.
Docenti e ricercatori che trasferiscono la residenza in Italia dal 2020 vedranno aumentare dal 50 al 70% la quota della base imponibile esclusa dalla tassazione. Inoltre passa da 4 a 6 anni la durata del regime di favore fiscale e si estendono ulteriormente le agevolazioni in base al numero dei figli o in presenza di un acquisto di una casa nel Belpaese.
Obbligo di fattura elettronica tra Italia e San Marino
È stata introdotta la fatturazione elettronica obbligatoria per le operazioni effettuate con la Repubblica di San Marino.
Vendita beni su piattaforme digitali: obbligo comunicazione
Nuove comunicazioni IVA in arrivo per chi vende su piattaforma digitali in e-commerce: da luglio 2019 si introduce un adempimento che grava sui gestori delle piattaforme digitali, che dovranno effettuare comunicazioni per facilitare l’emersione del gettito.
Introduzione del marchio storico di interesse nazionale
Nasce il ‘marchio storico di interesse nazionale’. Le persone fisiche o giuridiche con marchi d’impresa vecchi di almeno 50 anni, o per le quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno cinquanta anni, si potranno iscrivere nell’apposito registro. Le aziende in crisi potranno essere aiutate dallo Stato, che scenderà in campo se le imprese si troveranno in difficoltà.
Tutela Made in Italy
Al fine di tutelare e promuovere il made in Italy, si prevede l’introduzione di norme per il contrasto all’italian sounding, di incentivi al deposito di brevetti e marchi, del marchio storico di interesse nazionale. Lotta aperta quindi al “Parmisan” “pizza mafia” ecc.
Novità Regimi forfetari
Sono state introdotte modifiche al regime dei forfetari in quanto dovranno effettuare le ritenute sui redditi da lavoro dipendenti.
Un nuovo tipo di impresa: la SIS
È prevista inoltre l’ntroduzione di un nuovo tipo di impresa: la SIS “Società di investimento semplice” che può investire solo in start-up non quotate in cambio di esenzione dalle imposte sui redditi da capitale.
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