Cose deve fare il professionista?
Risulta di fondamentale importanza, pertanto, svolgere un lavoro di analisi dettagliato delle effettive conseguenze lesive del sinistro sul patrimonio e sulla salute del danneggiato, sia sotto il profilo patrimoniale (ad esempio l’esatta quantificazione del danno all’autovettura, se si tratta di un incidente stradale, ma anche determinazione del lucro cessante qualora il sinistrato avesse dovuto interrompere per un certo periodo di tempo la propria attività lavorativa) che non patrimoniale (determinando con precisione l’entità delle menomazioni patite, sia sotto il profilo dell’inabilità temporanea che dell’invalidità permanente).
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L’analisi delle voci di danno
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Diritto all’oblio: responsabilità e risarcimento del danno
Attraverso i contributi della giurisprudenza nazionale ed europea, l’opera ricostruisce i contorni del diritto all’oblio e delle relative forme di tutela, responsabilità e risarcimento del danno.Di taglio pratico, il testo garantisce all’operatore i mezzi necessari per l’esercizio di un diritto di non ancora facile definizione, illustrando gli strumenti di tutela dei dati personali presenti in rete.Il volume è completato da un’appendice normativa, una ricca rassegna di giurisprudenza nazionale ed europea, dalla raccolta dei provvedimenti significativi del Garante per la protezione dei dati personali e da indicazioni operative su come cancellare i dati dall’indicizzazione automatica dei principali motori di ricerca.Andrea Sirotti GaudenziÈ avvocato e docente universitario. Patrocina davanti alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo e alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, innanzi alle quali ha ottenuto alcuni significativi provvedimenti. È chiamato a svolgere attività di insegnamento presso vari Atenei. Dirige il “Notiziario giuridico telematico” ed è responsabile di INFCON (Istituto Nazionale per la Formazione Continua), dell’ADISI di Lugano e di altri enti scientifici. È autore di numerosi volumi, tra cui “Il nuovo diritto d’autore”, “Trattato pratico del risarcimento del danno”, “Codice della proprietà industriale”. È presidente del Cesdet, Centro Studi di Diritto Europeo delle Telecomunicazioni. Collabora a diverse testate ed è editorialista della rivista “Guida al Diritto del Sole 24 Ore”.
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Proprio nel contesto di tale attività di analisi dettagliata delle varie voci di danno che riguardano il soggetto vittima di sinistro, spesso se ne sottovaluta una che può avere una incidenza determinante, ovvero il danno patrimoniale futuro.
E’ evidente che, per inviare una richiesta perfetta ai sensi delle norme contenute nel Codice delle Assicurazioni, bisogna ad un certo punto “tirare le somme” e presentare un elenco (motivato e documentato!) di tutte le pretese risarcitorie, fotografando un’istantanea del danno che il sinistrato ha subìto.
Le ripercussioni negative di un sinistro
E’ però altrettanto evidente che le ripercussioni negative di un sinistro, molto spesso, si proiettano nel tempo anche dopo la liquidazione da parte della compagnia: pensiamo ad una persona che, in conseguenza di un incidente d’auto, non sia più autosufficiente e necessiti per il resto dei suoi giorni di assistenza infermieristica, o di cure riabilitative periodiche, o di riadattare la propria abitazione alle sopravvenute necessità.
Dal punto di vista lavorativo, la menomazione può determinare anche una limitazione della capacità lavorativa specifica, cioè può comportare come conseguenza l’impossibilità per il danneggiato di continuare a svolgere pienamente la propria attività professionale, con conseguente diminuzione (futura) del reddito da essa derivante.
Il lavoro da attività domestica
Ma a titolo di esempio possiamo citare anche il lavoro da attività domestica svolto da una casalinga. Seppure non remunerato in quanto svolto nell’ambito famigliare, si tratta comunque di una attività economicamente valutabile, e se chi rimane vittima di un incidente è costretto a sopportare una invalidità permanente tale da limitare la capacità di occuparsi dei figli o delle faccende di casa, costringendo il nucleo famigliare ad assumere una domestica, di sicuro subisce un danno patrimoniale futuro anche di una certa consistenza (sul punto si è espressa la Cassazione, con la sentenza n. 8403/2015 della III Sezione Civile).
Si tratta di una voce di danno che non è possibile determinare economicamente con precisione, per ovvi motivi. Pertanto si ricorre a valutazioni su base prognostica o fornendo la prova che il danno si produrrà secondo una ragionevole e fondata attendibilità. Sulla questione probatoria, in ogni caso, la Cassazione ha sempre affermato che il danno patrimoniale futuro debba essere documentato in maniera il più possibile dettagliato, e che pertanto non si possa fare riferimento a meccanismi automatici e presuntivi troppo generici e non calati effettivamente sulla fattispecie concreta in esame.
In altre parole, per poter ottenere un risarcimento dei danni patrimoniali futuri l’attività di documentazione dovrà essere precisa e minuziosa, diversamente potranno essere risarcite soltanto le voci di danno “statiche”.
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