I giovani di allora sono i cinquantenni di oggi, che forse hanno smesso di lottare ma saranno sicuramente felici di sapere che Battiato è diventato l’assessore ai beni culturali della Sicilia, dunque 32 anni dopo il cantautore siciliano scavalca le barricate che non faceva per conto della borghesia e prende in mano le sorti del suo paese natale.
Nella conferenza stampa, che è già storica per ciò che ha detto, “la parola assessore mi offende, preferisco essere chiamato Franco” Battiato ha sottolineato come fosse arrivato il momento di impegnarsi per la sua terra, tuttavia da uomo lungimirante quale è non ha creato illusioni ed ha frenato i facili entusiasmi dicendo “io però non posso e non voglio cambiare mestiere. Non faccio politica e non voglio avere a che fare con politici e ho chiesto a Crocetta la libertà di organizzare eventi che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo” dunque un ambasciatore della sicilianità nel mondo.
Crocetta ha realizzato, senza dubbio, un colpo ad effetto con questa nomina che garantisce quella rottura col passato che tutti auspicavano ma che nessuno riusciva a prefigurarsi in questo modo. L’assunzione di Battiato al ruolo di assessore della cultura della Regione Sicilia non è solo marketing ma è la volontà precisa di interrompere un ordine, negativo, costituito da troppo tempo.
Ci ha pensato Franco, come ha detto di volersi far chiamare, ad accendere gli animi “un’altra cosa che ho chiesto a Rosario è che non voglio stipendio perché mi rende libero di poter decidere da un momento all’altro di lasciare l’incarico”. Questa dichiarazione non dimostra la vacuità o la leggerezza dell’incarico piuttosto la nobiltà di un intento nobile in cui crede profondamente “questo è un progetto ambizioso e si può fare anche con pochi soldi come abbiamo dimostrato in passato”.
Adesso, dopo la sorpresa Battiato, Crocetta dovrà costruire il resto dell’organico che formerà la sua giunta, l’idea è quella di contattare personaggi riformisti che possano dare un contributo “nuovo” al mondo della politica cavalcando quest’ondata di ottimismo generata da questa nomina sorprendente che ha avuto riscontri positivi anche nel mondo della politica “Battiato assessore alla Cultura è un’ottima indicazione – ha detto il segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia – Apprezziamo il gesto del presidente della Regione e siamo grati al cantautore per aver accettato, dimostrando un grande legame con la sua terra. La politica prenda esempio”.
Dello stesso parere il sindaco di Agrigento Marco Zambuto “Il suo impegno sarà particolarmente significativo per la valorizzazione e la promozione dei grandi eventi speciali, per i quali la città di Agrigento mette a disposizione la splendida cornice offerta dalla Valle dei Templi. Ospitare concerti e grandi appuntamenti culturali all’ombra degli antichi templi patrimonio dell’Unesco permetterà, da un lato, di esaltarne il fascino e, dall’altro, di garantire la tutela e il finanziamento dei restauri”.
Un nuovo corso politico è cominciato in Sicilia, che sia d’esempio per quella “povera patria” che nonostante le varie spending review e riforme continua ad annaspare tra abusi di potere e ruberie pubbliche.
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