Cosa sono (davvero) i fake: dalle news ai follower

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Il forum madrileno di Fake News: come combattere le notizie false in Europa ha lanciato l’allarme: entro il 2022 consumeremo più fake news che notizie verificate e non ci sarà sufficiente capacità tecnica e di tempistiche per eliminarle.

In Italia si è precursori, soprattutto quando si tratta di problemi: già nel 2018 il rapporto dell’Agcom parlava di una maggiore capacità di diffusione e condivisione della fake news.

Le “notizie false” hanno quindi vinto? Se continuiamo a considerarle semplicemente “fake” similmente ai “follower finti” sui social, sì.

Cosa sono le fake news e i fake follower

Partiamo dal presupposto che l’informazione online è un prodotto che funziona se esiste Ritorno dell’Investimento (ovvero porta guadagno) secondo tutta una serie di metriche.

In una nazione ideale del ventunesimo secolo, l’era in cui qualsiasi tipo di informazione è accessibile, il singolo cittadino dovrebbe essere sufficientemente responsabile da saper riconoscere l’attinenza a questa realtà.

Questo però non accade per tutta una serie di motivi: asimmetria e bulimia informativa, chiusura nella propria bolla di convinzioni (filter bubble), ricerca della conferma dei propri preconcetti.

In questo senso, anche la più assurda della fake news risponde meglio – e quindi porta guadagno – rispetto a una notizia reale e verificata.

Per non parlare dei fake follower: se è possibile agire sulle informazioni, figurarsi sulle metriche.

Sì, sono utenti generati da bot che possono essere programmati anche a compiere tutta una serie di azioni, come ad esempio, influenzare la popolazione reale degli utenti a considerare autorevole o degno di fiducia una figura politica semplicemente dal suo numero di seguaci online.

Sono fasulli? Sono account identici a quelli dietro i quali ci sono persone in carne e ossa. Solo che sono più economici – non facili, attenzione, economici – da gestire per influenzare l’opinone dei secondi.

I fake, news o follower che siano, sono quindi un prodotto più appetibile. Sempre in odor di provocazione, si provi a visitare un qualsiasi sito di vendita follower (SMOnutz, Seoclerks, per citare i più conosciuti fra gli addetti ai lavori) o a scrollare anche sotto le news delle testate online fino ad arrivare a quella sezione delle “news sponsorizzate” in cui capeggiano titoli quali Ecco come Lino Banfi fa trading al limite dell’assurdo.

Se ci sono è perché funzionano: finché non vi sarà una piena educazione digitale, ancora prima della transformazione comunque necessaria a livello di infrastrutture e strumenti, sarà sempre più come dare in mano una pistola a un ragazzino. Però di quello emo, con tendenze suicide, visto il decadimento della qualità dell’utente medio.

Combattere i fake è quindi impossibile?

Prima di scendere sul campo di questa battaglia, come abbiamo visto, dobbiamo essere addestrati a riconoscere l’avversario.

E più che “combattere” direi che è preferibile usare il termine “disinnescare”. Le fake news, i fake follower ci saranno sempre – e abbiamo visto sempre più – solo svuotandole della loro necessità sul mercato, potranno diventare poco più che fastidioso spam inerte.

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