E subito dopo ha firmato il Decreto 11 marzo, che mette nero su bianco tutte le restrizioni e le chiusure imposte fino al 25 marzo su tutto il territorio nazionale.
“L’Italia sta dando prova di essere una grande nazione, una grande comunità unita e responsabile. Stiamo dando prova di grande rigore e resistenza, ha affermato il Premier parlando a tutti i cittadini.
Questa sfida riguarda la salute dei cittadini e mette a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale e riguarda anche la tenuta della nostra economia. Abbiamo tenuto conto di tutti gli interessi.
Al primo posto ci sarà sempre la salute degli italiani. Quando ho preso le misure restrittive che vi ho chiesto, ero consapevole che si trattava di un primo passo e che non sarebbe stato l’ultimo.
In un paese come il nostro bisogna procedere gradualmente. Ora è il momento di compiere un passo più, quello più importante”.
Decreto firmato: negozi chiusi in tutta Italia
Per questo, ha continuato il premier, “Disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi che vendono beni di prima necessità”.
Il Decreto 11 marzo, firmato in tarda serata, ha messo nero su bianco tutte le restrizioni e le chiusure imposte fino al 25 marzo su tutto il territorio nazionale.
Scarica qui il testo del Decreto
Italia ferma quindi. Tutta o quasi.
Vediamo cosa stabilisce in concreto il nuovo Dcpm Chiudi Italia, quali negozi resteranno chiusi, quali saranno aperti, quali servizi continueranno a essere garantiti e fino a quando durerà questa fase di serrata quasi totale.
Negozi chiusi: fino a quando
Il Decreto firmato stabilisce che le restrizioni e chiusure saranno in vigore dal 12 al 25 marzo 2020. Come affermato dallo stesso premier infatti, servirà un po’ di tempo per vedere gli effetti di queste misure. Almeno una quindicina di giorni.
Decreto firmato: tutti negozi chiusi
Conte ha annunciato che saranno chiusi negozi, bar, pub, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, centri commerciali, servizi di mensa che non garantiscono la distanza di un metro di sicurezza. Insomma tutte le attività al dettaglio, che non forniscono servizi essenziali.
> Speciale Coronavirus <
Ecco i divieti imposti dal Decreto 11 marzo.
Articolo 1
CHIUSE LE ATTIVITA’ DI VENDITA AL DETTAGLIO
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività.
CHIUSI I MERCATI
Sono chiusi tutti i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
CHIUSI I SERVIZI DI RISTORAZIONE
Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta solo concessa la consegna a domicilio.
CHIUSE LE ATTIVITA’ DI SERVIZI ALLA PERSONA
Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti).
Coronavirus: tutti i negozi e servizi aperti
Le eccezioni a tutte queste restrizioni ci sono. Il premier infatti ha ribadito che continueranno a essere garantiti i servizi di prima necessità: alimentari, supermercati, benzinai, edicole, tabaccai, negozi di animali, banche ecc.
Vediamo in dettaglio le principali aperture garantite dal nuovo Decreto 11 marzo.
- Ipermercati
- Supermercati
- Discount di alimentari
- Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari
- Commercio al dettaglio di prodotti surgelati
- Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, elettronica, elettrodomestici
- tabaccai
distributori di carburante - negozi di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati
- ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico
- Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
- Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione
- Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici
- Farmacie
- Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica
- Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
- Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale
- Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici
- Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
- Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
- Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
- Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
- Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione
- Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono
- Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
- Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia
- Attività delle lavanderie industriali
- Altre lavanderie, tintorie
- Servizi di pompe funebri e attività connesse
“La Regola madre – sostiene Conte – è: limitare gli spostamenti alle attività lavorative, salute, necessità (come fare la spesa)”.
Coronavirus: le regole sul lavoro
Sul lavoro il premier ha esortato a fare molta attenzione alle giuste condizioni di lavoro, chiedendo un impegno all’incentivo al lavoro agile, alla concessione di ferie, congedi, a chiudere i reparti che non sono necessari alla produzione. Le fabbriche in particolare devono predisporre adeguate misure di sicurezza.
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CORONAVIRUS COVID-19
La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza. Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.
Walter Pasini | 2020 Maggioli Editore
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