Il cuore di quest’evento è stata la stesura di un aggiornamento delle linee guida e dei protocolli che hanno per oggetto le prove scientifiche, ormai sempre più importanti ai fini probatori e decisori nel nostro sistema giudiziario. Nello specifico, grazie anche al supporto delle Forze dell’Ordine specializzate nel settore di investigazione scientifica, sono stati apportati i dovuti aggiornamenti alle pregresse linee guida in quanto il settore scientifico, grazie anche alle nuove tecnologie, sta conoscendo un boom che va ben regolamentato anche dal punto di vista forense.
I punti chiave di queste nuove linee guida sono l’aggiornamento della procedura operativa sulla scena del crimine all’atto della repertazione di fonti di prova biologiche, la catena di custodia di tali reperti e la complessa fase di laboratorio.
Con l’aggiornamento di queste linee guida il Ge.F.I., società riconosciuta dallo Stato come la massima esperta in materia scientifico-forense, continua il suo arduo compito di coadiuvare al meglio i lavori delle Forze dell’Ordine che usano mezzi di indagine scientifici e agevolare il corso della Giustizia tutta, in quanto, in ottica garantista, si tende a perfezionare quanto più possibile il complesso modus operandi e valutativo delle “evidence” scientifiche, spesso di difficile comprensione e valutazione anche per gli stessi giudici che sono deputati ad emettere giudizio.
Il passo successivo sarà l’approvazione di queste stesse linee guida da parte della commissione scientifica internazionale dell’ISFG (International Society of Forensic Genetics) in quanto tale approvazione è espressamente richiesta in tale ambito scientifico giacché la scienza è per sua stessa definizione “ripetibile, condivisibile, dimostrabile e riproducibile”.
Questo lavoro da parte della società Ge.F.I. è in armonia con il garantismo postulato nella nostra Costituzione, in quanto la finalità del gruppo di lavoro è quella di migliorare ed aggiornare costantemente quanto attiene ai protocolli, alle linee guida e ai modus operandi quando si maneggiano le cosiddette “prove scientifiche”.
Tali aggiornamenti ed innovazioni stanno portando a quanto auspicato dal Dott. Gennaro Francione, Giudice del Tribunale Penale di Roma, il quale è fautore della rivoluzione del sistema Giustizia da un modello indiziario verso un modello “scientifico-popperiano”, moderno, robusto, efficace e molto sicuro in merito all’affidabilità di quanto dimostrato e valutato. Tale modello trova le sue basi nel fatto che “di fronte a qualsivoglia Giudice, le prove e gli esperimenti scientifici devono dare sempre i medesimi risultati”: questa è la scienza applicata ai processi, questo è un moderno e garantistico modo di far processi.
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E’ da sottolineare il fatto che a tale convegno siano intervenuti anche il GIP di Milano, il Dott. Gennari, e il Prof. Luparia, docente di Processuale penale all’Università di Milano e direttore dell’Innocence italian project. E’ questo un movimento di derivazione americana che fonda le sue basi sulla dimostrazione dell’innocenza di soggetti sottoposti in passato a condanna definitiva grazie all’ausilio delle moderne valutazioni scientifiche a fini forensi. In questo progetto il corretto uso del DNA nell’ambito forense gioca un ruolo chiave.
Tutti i partecipanti al convegno, pur dalle diverse prospettive, sono comunque apparsi d’accordo nell’idea che per una giustizia giusta bisogna sempre più ricorrere alla prova scientifica e che la stessa vada ammodernata seguendo le nuove tecnologie. Di pari passo, a livello di procedura giudiziaria, vanno irrobustiti sistemi di garanzia nell’assunzione, verifica e controllo dei dati assicurando un difensore e un consulente anche per l’imputato che sia ancora ignoto. Questo ad impedire che reperti si esauriscano (come accaduto in un recente processo) impedendo all’imputato poi identificato e alla sua equipe di verificare in contestualità la correttezza nell’assunzione e verifica dei dati.
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