Per fare cassa e diminuire il contenzioso, il Legislatore ha anche aumentato in modo assai rilevante il Contributo Unificato, la “tassa sulla giustizia” che deve pagare chi promuove un giudizio.
I lettori di LeggiOggi lo sanno bene, in quanto questo quotidiano ha lanciato una campagna per fermare l’aumento del contributo unificato, raccogliendo migliaia di firme non solo di addetti ai lavori ma anche di tanti cittadini indignati.
La cosa più grave non è tanto che il Governo Berlusconi abbia ignorato questi appelli, ma che – nell’atto con cui si congeda dal Paese – abbia addirittura deciso di aumentare ancora il contributo unificato.
Infatti, nella Legge di Stabilità che oggi sarà approvata in via definitiva dal Parlamento, ci sono misure come:
– l’aumento del 50% del contributo per tutti i giudizi di appello;
– l’aumento del 100% per i processi dinanzi alla Corte di Cassazione;
– il pagamento integrale del contributo in caso di domanda riconvenzionale.
Il messaggio è chiaro: solo i più ricchi devono poter accedere alla giustizia.
Si tratta di di un provvedimento preoccupante per tutto il Paese:
a) per i cittadini, discriminati in base al censo nella garanzia di un diritto fondamentale;
b) per il sistema economico, perché solo una giustizia efficiente e poco onerosa attrae gli investimenti stranieri;
c) per gli avvocati, in quanto saranno fortemente penalizzati dalla riduzione dell’attività giudiziale.
Ecco perché LeggiOggi, in continuità con l’impegno già iniziato, vuole raccogliere tutti coloro che vogliono dire “BASTA!” a questo sciagurato provvedimento.
Vi invitiamo quindi a firmare la nostra campagna contro l’aumento del CTU e a diffonderla il più possibile (attraverso i social networks o le bacheche dei Tribunali); se volete sostenere questa battaglia di civiltà è sufficiente cliccare su questo indirizzo https://www.leggioggi.it/2011/07/15/fermiamo-laumento-contributo-unificato/
Tra trenta giorni, consegneremo tutte le firme raccolte al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle Camere e al nuovo Governo a cui chiederemo di rimediare a questa insostenibile situazione. Più firme ci saranno e più ci daranno attenzione.
Un “Paese credibile e serio“, anche per l’UE ed i mercati, deve necessariamente essere un “Paese giusto“!
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