Una delle maggiori voci contributive in un rapporto di lavoro dipendente è quella destinata al finanziamento delle prestazioni di invalidità, vecchiaia e superstiti, detti anche contributi IVS.
Ricordiamo infatti che una delle principali attività dell’Inps è rappresentata dall’erogazione di una serie di prestazioni economiche al verificarsi di eventi che impediscono o riducono la capacità lavorativa delle persone e, di conseguenza, la possibilità di ricevere un compenso idoneo a sostenere le esigenze di vita personale, familiare e sociale.
Le prestazioni Inps sono finanziate grazie al versamento di contributi a carico principalmente dei datori di lavoro / committenti, eccezion fatta per una piccola quota in capo ai prestatori di lavoro.
I contributi IVS, ad esempio, nel caso dei dipendenti, sono calcolati secondo una determinata percentuale (diversa in base al tipo di azienda) da applicare sulla retribuzione imponibili ai fini previdenziali e assistenziali totalizzata dal lavoratore.
Della percentuale citata, una quota – parte è a carico del lavoratore e, di conseguenza, trattenuta in busta paga sulla retribuzione lorda, salvo poi essere versata dal datore di lavoro (insieme ai contributi a suo carico) all’Inps con modello F24.
Dal momento che l’assicurazione IVS rappresenta una delle rare eccezioni di trattenute a titolo di contributi che il lavoratore subisce in busta paga, le politiche di riduzione del cuneo fiscale si sono concentrate negli ultimi anni proprio sulla diminuzione (o l’abbattimento) di questo tipo di contribuzione.
Analizziamo la questione in dettaglio.
Indice
Contributi IVS 2024: il taglio al cuneo fiscale
La Manovra 2024 ha previsto all’articolo 1, comma 15, in via eccezionale per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 un esonero sulla quota dei contributi IVS: cioè i contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) a carico del lavoratore. Ci siamo abituati a conoscerlo come taglio al cuneo fiscale a vantaggio dei dipendenti.
Lo sgravio spetta a tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico.
La misura si concretizza in una riduzione dei contributi IVS, a carico del lavoratore e trattenuti in busta paga, corrispondente a:
– 6% se la retribuzione imponibile ai fini previdenziali e assistenziali, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccede l’importo mensile di 2.692,00 euro, al netto del rateo di tredicesima;
– 7% se la retribuzione imponibile ai fini previdenziali e assistenziali, parametrata su base mensile per tredici mensilità
Da notare che la riduzione non ha alcun effetto sulla tredicesima (ed eventuale quattordicesima) ma esclusivamente sulle dodici mensilità ordinarie.
Dal momento che i contributi IVS vengono trattenuti in cedolino dalle competenze lorde spettanti al lavoratore, una loro riduzione del 6 – 7% ha un effetto positivo per l’interessato in termini di maggior netto da pagare.
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Contributi IVS 2024 e il bonus mamme lavoratrici
Un’altra misura di riduzione del cuneo fiscale, realizzata attraverso un abbattimento dei contributi IVS, è il cosiddetto Bonus mamme lavoratrici.
L’agevolazione, introdotta sempre dalla Manovra 2024 (articolo 1, commi 180 – 181) riconosce un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a beneficio delle lavoratrici madri con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico.
A chi spetta il bonus?
Possono accedere al bonus le lavoratrici madri di tre o più figli. In tal caso la misura opera:
Per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 ovvero (se antecedente) fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo;
Nel limite massimo annuo di 3.000,00 euro (soglia riparametrata su base mensile).
In via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, l’esonero è esteso anche alle lavoratrici madri di due figli (sempre a tempo indeterminato e con esclusione del rapporto di lavoro domestico) e, in ogni caso, fino al mese di compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Gli effetti in busta paga
Previa comunicazione al datore di lavoro o all’Inps, da parte della lavoratrice interessata, il bonus mamme si concretizza in un abbattimento totale (sia pure nel rispetto della soglia annua di 3.000,00 euro) dei contributi IVS altrimenti trattenuti in cedolino.
Di conseguenza, al pari dello sgravio poc’anzi descritto, la lavoratrice beneficia di una minor trattenuta in busta paga, con conseguente aumento del netto.
Incentivo al posticipo del pensionamento
La Manovra di bilancio 2024 ha riconosciuto all’articolo 1, comma 140, un incentivo al posticipo del pensionamento per i lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria ovvero a forme sostitutive ed esclusive della medesima, che:
– maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile nell’anno corrente;
– scelgono di proseguire l’attività lavorativa dipendente.
I soggetti in questione hanno facoltà di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a loro carico, relativi all’Assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima.
Pensione anticipata flessibile 2024
La normativa, rappresentata dal Decreto numero 4 del 28 gennaio 2019, riconosce il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento, nel 2024, di:
– un’età anagrafica di almeno 62 anni;
– un’anzianità contributiva minima di 41 anni.
Da notare che il requisito anagrafico di 62 anni non è adeguato agli incrementi della speranza di vita.
Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione “a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e / o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico” (Circolare Inps 27 febbraio 2024 numero 39).
Da quando decorre l’esonero contributivo?
Come chiarito dall’Inps con il Messaggio del 14 marzo 2024 numero 1107 per quanti maturano il diritto alla pensione anticipata flessibile nell’anno corrente, l’esonero contributivo non potrà avere una decorrenza antecedente al:
– 2 agosto 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
– 1° settembre 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO;
– 2 ottobre 2024, per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto legislativo numero 165/2001, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
– 1° novembre 2024, per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO.
In cosa consiste l’incentivo?
La misura in parola si concretizza nell’abbattimento totale dei contributi IVS dovuta dal lavoratore.
L’ammontare dei contributi non versati viene poi interamente corrisposto al dipendente, insieme alla retribuzione.
Le somme così erogate sono soggette a Irpef e relative addizionali ma non a contributi.
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Foto istock/PixelsEffect