A questo punto è lecito chiedersi chi riconosce i contributi figurativi? Certamente non il datore di lavoro, bensì l’INPS che si fa carico di tutto l’onere. Dunque, qualora un lavoratore dovesse ammalarsi ovvero infortunarsi, o comunque restare senza lavoro e percepire la NASpI, non perderà assolutamente nulla dal punto di vista previdenziale. Ma quali sono i contributi figurativi 2019 e come incidono sulla pensione anticipata? Ecco una breve guida su tutti i casi nei quali spetta la contribuzione figurativa.
Contributi figurativi 2019: a cosa servono?
Per rendere il concetto di “contribuzione figurativa” ancora più comprensibile, è possibile estremizzare nel senso che si tratta di una copertura previdenziale “fittizia”, ossia non versata dal datore di lavoro o dal lavoratore, per l’intero arco temporale di interruzione o riduzione del rapporto di lavoro.
Perché esistono i contributi figurativi? La risposta è molto semplice: poiché il lavoratore si trova in una situazione di svantaggio, meritevole di tutela, la legge dispone che questi ultimi non debbano subire penalizzazioni dal punto di vista previdenziale. In caso contrario, si rischierebbe che la pensione si allontani proporzionalmente al periodo di assenza dal lavoro.
Come detto, tali periodi vengono accreditati dall’INPS senza alcun esborso, ossia gratuitamente, e vale sia per chi presta lavoro nella Pubblica Amministrazione, e quindi nel settore pubblico, sia per chi lavora per datori di lavoro privati.
Riepilogando, quindi, i contributi figurativi servono per garantire una linearità della storia lavorativa del dipendente, senza causare buchi contributivi, non producendo alcun effetto sulla data di pensionamento.
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Contributi figurativi 2019: quali vantaggi
I vantaggi dei contributi figurativi sono principalmente due:
- non si verifica un ritardo nell’accesso alla pensione;
- l’assegno mensile pensionistico non subisce alcuna variazione economica, essendo il lavoratore coperto anche da questo punto di vista.
Per dovizia d’informazione, si fa presente che i contributi figurativi si differenziano totalmente dai contributi da riscatto o da quelli volontari. Sebbene il fine sia piuttosto simile, questi ultimi richiedono da parte del lavoratore un esborso economico per vedersi riconoscere i periodi non lavoratori e dunque rimasti scoperti dal punto di vista previdenziale.
Contributi figurativi 2019: tipologie
Non tutti i contributi figurativi sono uguali. Infatti, in base ai motivi per i quali si richiedono è possibile distinguere vari tipi di contributi. In particolare, essi possono essere a copertura, a integrazione e a incremento.
Il primo caso, si verifica allorquando l’evento è completamente privo di copertura contributiva. Il secondo caso, invece, si realizza laddove durante l’evento è stata corrisposta una retribuzione ridotta che ha determinato l’obbligo del versamento contributivo. Infine, la fattispecie dell’incremento è tipico del settore agricolo.
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Contributi figurativi 2019: quali periodi si possono accreditare
Compreso il meccanismo di funzionamento della contribuzione figurativa, pare opportuno specificare quali sono i periodi che si possono accreditare. Per fare chiarezza su questo punto bisogna innanzitutto sottolineare che esistono attualmente due modi per l’accreditamento dei contributi figurativi, poiché essi possono essere:
- a domanda, ossia richieste telematicamente sul sito INPS;
- d’ufficio, vale a dire riconosciuti direttamente senza alcuna espressione di volontà da parte del lavoratore.
Pertanto, esistono periodi per i quali non serve presentare alcuna domanda e periodi dove bisogna attivarsi direttamente per vedersi riconosciuti tali periodi.
A titolo esemplificativo, rientrano nella prima fattispecie, ossia accreditati d’ufficio, i periodi durante i quali il lavoratore è stato:
- in cassa integrazione guadagni straordinaria;
- beneficiario di misure di accompagnamento alla pensione (isopensione e assegno straordinario al reddito);
- assunto con contratto di solidarietà;
- impegnato in lavori socialmente utili (LSU), ovvero di pubblica utilità (LPU).
Fanno parte, sempre del primo caso, i lavoratori che hanno beneficiato di:
- indennità di mobilità;
- indennità di disoccupazione;
- assistenza antitubercolare a carico dell’INPS.
Diversamente, ai fini del riconoscimento della contribuzione figurativa, è assolutamente necessario presentare apposita domanda all’INPS – sempre a titolo puramente esemplificativo – per i seguenti periodi:
- servizio militare;
- malattia e infortunio;
- assenza dal lavoro per donazione sangue;
- congedo per maternità durante il rapporto di lavoro (ex astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio);
- maternità al di fuori del rapporto di lavoro corrispondente al congedo per maternità;
- congedo parentale durante il rapporto di lavoro (ex assenza facoltativa post partum);
- riposi giornalieri (ex per messi per allattamento);
- assenze dal lavoro per malattia del bambino;
- congedo per gravi motivi familiari;
- permesso retribuito ai sensi della Legge 104/92 (handicap grave);
- congedo straordinario ai sensi della Legge 388/2000 (handicap grave);
- periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.
Essendo tali periodi accreditabili solamente a domanda, spetta al lavoratore decidere se richiederne l’accredito o meno. In alcuni casi, infatti, potrebbe risultare penalizzante richiederne l’accredito, in quanto potrebbe tradursi in una diminuzione dell’assegno pensionistico finale.
Contributi figurativi 2019: come incidono sulla pensione anticipata
I contributi figurativi possono essere utilizzati anche per maturare la pensione anticipata che, per quest’anno, è raggiungibile a:
- 43 anni e 10 mesi per gli uomini;
- 42 anni e 10 mesi per le donne;
a prescindere dal requisito anagrafico.
Al riguardo occorre precisare che, nonostante non esista un limite massimo per i periodi accreditabili a titolo di contribuzione figurativa, l’art. 15 del D.Lgs. n. 503/1992 prevede comunque una deroga per chi non ha mai versati contributi prima del 31 dicembre 1992. Per questi ultimi, ai soli fini del diritto alla pensione anticipata, i periodi figurativi computabili non possono superare complessivamente 5 anni.
Pertanto, i periodi figurativi eccedenti potranno essere utilizzati per calcolare la misura della prestazione di questi lavoratori, ma non il diritto alla pensione.
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