Insomma, piccola rivoluzione del Governo giallo verde sul fronte della Legge di bilancio, a un passo dalla procedura di infrazione che incombe dalla stretta della Commissione europea.
Al termine del vertice di governo nella serata a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini firmano una nota congiunta per dire che “non è una questione di decimali“. In sostanza, ora si è disponibili a rivedere la manovra e si è altrettanto disposti a limare quel 2,4 per cento di rapporto Deficit-Pil che pochi mesi fa era dato per assodato e intoccabile dalla maggioranza di governo.
Trattativa Governo-Ue sulla Manovra: cosa cambia
Cambia che, come detto, il 2,4 per cento potrà scendere di qualche punto decimale, anzi, quasi sicuramente lo farà, perché la spada di Damocle che pende sulla testa dell’Italia è quella procedura di infrazione, con tanto di sanzioni, che sicuramente metterebbe in difficoltà Salvini e Di Maio in vista delle elezioni europee di maggio. Si tratta quindi su uno 0,2 per cento di deficit.
Nella nota congiunta che Salvini, Di Maio e Conte hanno diffuso al termine del loro vertice si ribadiva: “non è una questione di decimali», perché “l’obiettivo del governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo”. La nota quindi conferma “gli obiettivi già fissati, in particolare sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio”.
Cosa cambierà allora? Con molta probabilità i tempi. Lo slittamento di qualche mese delle misure decise e confermate, potrebbe andare nella direzione dell’abbassamento di qualche decimale del deficit, e quindi incontrare il plauso di Junker e di tutta la Commissione europea.
In sintesi, il rinvio, al massimo a giugno, del reddito di cittadinanza. E il restringimento della platea di “Quota 100”. Sono queste le due leve su cui il governo punta per abbassare il deficit e convincere l’Europa a evitare la procedura d’infrazioni.
Vertice di Governo sulla Manovra: spread e mercati apprezzano l’apertura
L’idea di partenza è spostare risorse pari circa 0,2 per cento del Pil (poco meno di quattro miliardi) dalle spese per reddito di cittadinanza e pensioni, agli investimenti. Se all’Europa non basterà, quelle stesse risorse (magari qualcosa in più) saranno destinate alla riduzione del deficit.
Intanto l’apertura del governo a rompere il muro del 2,4 per cento e ridurre il deficit piace ai mercati: cresce la borsa, cala lo spread. Ma la trattativa nel governo non è priva di tensioni, perché dalle aperture, bisogna passare ai fatti.
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